Entro fine anno la “nuova” sala Petrarca

Si concluderanno entro la fine dell'anno i lavori che riporteranno la Sala Petrarca del Trgovski Dom ad essere protagonista della vita culturale cittadina. Sono infatti pronti e già approvati dalla Soprintendenza i progetti preliminare e definitivo, un passaggio questo che dà il via alla parte più operativa dell'iter per arrivare all'apertura del cantiere del primo lotto dei tre previsti. L'importo al momento disponibile è di 300 mila euro erogati alla Biblioteca statale isontina dal Ministero dei beni culturali per sostenere gli interventi primari. L'elaborato progettuale, realizzato dal gruppo di architetti che fa capo allo studio Di Dato&Meninno di Gorizia, in collaborazione con i professionisti Adriano Venudo, Thomas Bisiani e Marko Verri, prevede 5 mesi di cantiere, a partire dell'assegnazione della gara d'appalto ipotizzabile per l'estate. Gli obiettivi dell'intervento sono l'arrestare il processo di degrado degli ambienti, soggetti a decenni di abbandono e chiusura, intervenire per garantire una fruibilità minima dei locali della sala e dei piani interrati, nonché isolare l'edificio e proteggerlo dagli agenti atmosferici. Infine predisporre tutti i locali per complessivi mq. 450 ai successivi interventi.
Si provvederà alla demolizione di pareti e divisori non previsti nei disegni originali di Fabiani, al ripristino dei pavimenti, della copertura e del palco di teatro, nonché alla realizzazione di nuovi servizi. Saranno inoltre restaurati, ove possibile, i serramenti interni ed esterni, risanando le pareti e rifacendo gli intonaci ove necessario. Il tutto sarà funzionale alla realizzazione, una volta recuperati i fondi per circa un milione e 600 mila euro, dei due lotti successivi, che prevedono la trasformazione di parte dell'interrato in magazzino librario per la Biblioteca e dei lavori di adeguamento per il futuro uso pubblico della sala.
La storia del teatro del Trgovski Dom, sala del Littorio durante il periodo fascista, progettata dall'architetto Max Fabiani nel 1903 e consegnato ai committenti della comunità slovena goriziana nel 1905, è complessa e costellata di eventi tragici. In oltre un secolo di storia il teatro, completo di macchina teatrale, platea per circa 150 posti e di una spaziosa galleria, con ampi sotterranei, ben aerati e illuminati, ha ospitato spettacoli, concerti, feste, convegni, palestre, magazzini e raduni, ma è stato anche soggetto a danneggiamenti e incendi. Tanti sono i segreti e le bellezze dell'edificio: l'elegante e raffinata scala ovoidale che collega tutti i piani dell'edificio e che sarà ripristinata, la cripta rivestita di marmo alla quale si accedeva dalla porta al lato destro del portone principale e la panoramica terrazza affacciata sulla città, in origine decorata da una gloriette che potrebbe ritornare ad essere un raffinato belvedere sulla città. All'interno non hanno subito danneggiamenti il soffitto cassettonato in cemento armato né la balaustra della galleria e appare in buone condizioni anche la macchina teatrale del palcoscenico. Negli ultimi decenni del '900 il teatro ospitò anche le prime fiere campionarie cittadine e le mitiche "Feste del Ceppo", balli-evento organizzati dagli studenti delle scuole superiori cittadine. L'ultimo inquilino del demanio italiano fu la Lega nazionale. Tante attività poco documentate da immagini. L'invito ai lettori, che possedessero riviste o fotografie della sala, è di renderle disponibili contattando la Bsi, chiedendo di chi scrive al numero 0481/580231 o passando nella sede di via Mameli 12.
Margherita Reguitti
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