Emisfero aperto il 25 aprile E si scatena la polemica

A pochi giorni dall’ultimo volantinaggio di protesta condotto dalla Cgil davanti al centro commerciale di via Pocar, per sensibilizzare i monfalconesi contro le sempre più difficili e precarie condizioni dei lavoratori impiegati nella grande distribuzione, l’Emisfero sfida nuovamente le ire dei sindacati e tiene aperta l’insegna giovedì, ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione. Scontenti i dipendenti, che per una manciata di scontrini battuti in giornate in cui l’attività puntualmente langue vengono sottratti alle proprie famiglie. E solo in occasione del prossimo 1° maggio il grande polo d’acquisti terrà i battenti chiusi, ma pare che altrettanto non avverrà al “Bennet” di Ronchi, almeno così prefigurano i sindacalisti. «Alla fine – spiega Patrizia Simeoni, responsabile di un negozio di abbagliamento per bambini inserito nella galleria commerciale di via Pocar – chi lavora domenica o nei festivi percepisce circa tre euro netti in più rispetto alla retribuzione ordinaria: per contro, non ha la possibilità di godersi marito e figli».
Inoltre, mentre chi è inserito nel supermercato ha la possibilità di giostrare i turni di concerto coi colleghi e, in qualche modo, di poter godere sempre dei recuperi, per chi opera nel singolo esercizio commerciale la sostituzione diventa complicata. Così, in occasione di malattie o ferie estive, «capita che si lavori anche per 15 o addirittura 20 giorni di fila».
«Questo perché – spiega Simeoni – in diversi negozi l’attività viene garantita attraverso la turnazione di tre persone e se uno si ammala, allora salta tutto. La conseguenza è che spesso commesse e titolari non hanno una vita sociale e familiare. D’estate poi capita che l’attività prosegua sempre 7 giorni su 7, quando invece si sa che nel week-end di sole non c’è anima viva in centro commerciale. Queste aperture indiscriminate diventano sempre più difficilmente sostenibili anche sotto il profilo economico: non è un caso che dall’inizio dell’anno 4 negozi abbiano calato la saracinesca, pur se ora stanno riaprendo con altri marchi». Pare, comunque, che nell'espletamento di normali verifiche, l'ispettorato del lavoro abbia fatto capolino la scorsa settimana in tre negozi della galleria commerciale, proprio per accertare il rispetto di ogni normativa. A storcere il naso per le aperture festive è anche l'assessore alle Politiche sociali Cristiana Morsolin, che “solidarizza con i lavoratori e le iniziative condotte dalla Filcams-Cgil”. “È notorio infatti – sottolinea - che i dipendenti del settore commerciale, costretti a lavorare nelle festività, non godono delle stesse retribuzioni, permessi e recuperi di chi opera invece per garantire servizi essenziali, penso alla sanità o alle forze di polizia. Peraltro non ritengo che la possibilità di svolgere lo shopping domenicale possa strettamente considerarsi un servizio essenziale, anzi: in Slovenia e Austria si abbassa la saracinesca alle 18 del sabato per risollevarla il lunedì seguente e non mi pare lì si sia verificato un tracollo economico per questo”. “Inoltre – conclude l'assessore – vale la pena sottolineare che il nostro Comune, nel suo piccolo, non ha mai dato la possibilità di svolgere il mercato del mercoledì durante le festività, ove vi fosse stata una coincidenza di giornata: questo perché i festivi vanno rispettati e sotto il profilo culturale e civico».
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