Emergenza smog, allarme Nord
Oltre la metà delle città italiane presenta livelli di pm10 superiori a quelli consentiti, a causa del traffico ma soprattutto dell’inquinamento industriale e degli impianti di riscaldamento. È quanto emerge dall’annuale rapporto stilato da Legambiente in riferimento al 2017.
Il Decreto Legislativo 15/2010 pone come limite per la concentrazione di pm10 il valore di 50 µg/m3 di media giornaliera, da non superare per più di 35 volte in un anno. Limiti che secondo Legambiente molti importanti centri italiani superano invece frequentemente. Tra questi, città come Frosinone, Pavia, Vicenza, Milano e Torino. L’obiettivo pertanto è quello di contenere il livello delle polveri sottili su tutto il territorio.
Per ridurre il traffico veicolare e incentivare dunque gli spostamenti a piedi o in bici occorre innanzitutto creare spazi idonei e sicuri. Attualmente circa l’80% dello spazio pubblico è destinato a strade e parcheggi, e secondo Legambiente occorre ribaltare questo rapporto favorendo lo spazio pedonale, quello della relazione, del mercato e dello scambio, creando inoltre zone in cui imporre il limite di velocità massimo di 30 chilometri orari. Perciò è importante che i Comuni inizino ad attuare una politica ambientale basata sul risparmio energetico attraverso una riduzione del traffico, promuovendo la riduzione dell’utilizzo delle auto private nei centri storici a favore di biciclette e mezzi pubblici. Ecco allora che sarebbe auspicabile che la pubblica amministrazione, attraverso una politica ambientale più attenta e rigorosa, si impegnasse a garantire una cospicua presenza di piste ciclabili disseminate nel nucleo cittadino.
Inoltre, come avviene in alcune regioni, tra cui il Friuli Venezia Giulia, è opportuno offrire ai cittadini contributi per il rinnovamento dei veicoli in circolazione sul territorio, favorendo l’abbandono di quelli più inquinanti. Così aumenterebbero i cittadini in grado di possedere e utilizzare automobili a tecnologia ibrida e biciclette elettriche, ormai piuttosto diffuse in gran parte del mondo.
Oltre all’inquinamento provocato dalle automobili, c’è da considerare anche quello (persino più dannoso) prodotto dagli impianti di riscaldamento delle abitazioni degli italiani. Si consuma troppa energia, e si inquina, poiché molti edifici sono stati costruiti con materiali a bassa efficienza energetica.
Infine ci sono le industrie. Occorrono limiti più severi per le emissioni nocive, anche se negli ultimi quarant’anni sono già stati fatti passi in avanti sotto questo punto di vista.
Guardando al futuro, stando sempre al rapporto di Legambiente, assolutamente strategica risulterebbe la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato per renderlo ad energia “quasi zero”. Traguardo ambizioso sarebbe rinnovare tutte le strutture nel giro di trent’anni, con oltre 400 mila interventi all’anno tra ristrutturazioni radicali e ricostruzioni. Per le quali ovviamente, sarà indispensabile individuare le necessarie risorse finanziarie.
Francesca Lupi
3B
Liceo scientifico “Duca degli Abruzzi”
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