Emergenza senzatetto: a Trieste apre il dormitorio bis

Il Comune trasformerà in centro d’accoglienza l’ex edificio Erdisu di via Gozzi. In autunno nuovo sportello d’aiuto per clochard negli spazi della stazione
L'edificio di via Gaspare Gozzi che ospiterà il nuovo dormitorio pubblico
L'edificio di via Gaspare Gozzi che ospiterà il nuovo dormitorio pubblico

Un nuovo dormitorio comunale per i senzatetto. In via Gaspare Gozzi, in un ex edificio dell’Erdisu, nella stessa strada in cui si trova lo storico palazzo che nel Dopoguerra aveva già ospitato poveri e bisognosi. L’immobile, ora in corso di ristrutturazione, sarà pronto nel 2016 grazie all’intervento della Fondazione CrTrieste che ha acquistato la struttura per cederla al Comune.

Non solo. A pochi metri di distanza, dentro alla stazione ferroviaria, il municipio aprirà una sala di accoglienza per rispondere alle prime necessità di chi è senza una casa o un pasto. Una sorta di sportello di “smistamento”, termine certamente poco felice ma di fatto puntuale per descrivere a pennello le mansioni affidate ai futuri operatori. Vale a dire capire il problema delle persone che si presenteranno di volta in volta, per suggerire con prontezza la miglior risposta che la città può offrire: una mensa, un letto o una segnalazione per la presa in carico dei servizi sociali.

Senzatetto per strada in una foto di archivio
Senzatetto per strada in una foto di archivio

La giunta Cosolini, nell’ultimo anno di mandato, cala così una doppia carta sul fronte welfare. Quello più delicato che investe, come tristemente noto, una fetta crescente della popolazione. Straniera e residente. D’altronde era stata proprio la Comunità di San Martino al Campo di don Mario Vatta, con il suo impegno quotidiano a favore degli emarginati, a rendere note le proprie difficoltà dinnanzi a una realtà sempre più cruda e problematica, certificata alcuni mesi fa in occasione del decennale del dormitorio di via Udine, l’unico attualmente esistente a Trieste: gli spazi della Comunità sono pensati per 25 persone. Ma ogni sera sono almeno altrettanti i clochard che bussano alla porta. Devono restare fuori e dormire in strada, anche in inverno. Si fa a rotazione e si dà precedenza agli anziani, a chi ha problemi di salute o a chi è uscito dal carcere e non sa dove andare. Una scelta, si può immaginare, spesso dolorosa per i volontari.

Seicento senzatetto nei dormitori pubblici
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La città non poteva voltare la faccia dall’altra parte. «Il dormitorio di via Udine - osserva l’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari, che si è occupata dell’intero progetto - non è più sufficiente. La gente che domanda un letto dove passare la notte continua ad aumentare, come è evidente. Quindi, per assicurare un ulteriore servizio sul territorio, tanto più nei mesi invernali, abbiamo pensato a una nuovo immobile. Sono anni che stiamo lavorando a questa iniziativa, finalmente ci stiamo arrivando».

L’edificio di via Gozzi potrà ospitare una trentina di senzatetto, stando alle primissime stime. Sarà strutturato su tre piani; quello superiore, che si apre su un giardino, servirà da centro “polifunzionale” per altre attività, anche giovanili. Nei prossimi mesi il Comune uscirà con un bando di “manifestazione di interesse” per affidare la gestione a un’associazione esperta nel volontariato e nell’accoglienza. Questo, come detto, accadrà nel corso del 2016.

Lo sportello in Stazione - si chiamerà “Help center” - sarà pronto invece già a novembre. Giusto in tempo per attrezzarsi davanti a possibili emergenze dettate dalle condizioni climatiche. Il locale individuato, grazie a una collaborazione con le Ferrovie che ha messo a disposizione gli spazi, è una sala di una trentina di metri quadrati che dà su Viale Miramare. L’ufficio sarà gestito dalla cooperativa La Quercia, che si è aggiudicata l’appalto.

Gli operatori, che da tempo intervengono nell’atrio della Stazione in aiuto dei senza fissa dimora, avranno il compito di indirizzare i richiedenti sulla base delle singole necessità. Un’esperienza, questa, già sperimentata dalle Ferrovie in altre città italiane: «Il sistema - rileva ancora l’assessore Famulari - è giudicato tra i migliori possibili per questo genere di necessità. Si sta diffondendo nell’intero Paese e anche Trieste si è fatta avanti. Avremo uno sportello vero e proprio, un’iniziativa alla quale abbiamo lavorato molto. È uno strumento che in fondo può apparire semplice e di buon senso, visto il disagio al quale la nostra città non è certamente esente, ma è frutto di un lungo impegno di questa giunta. Non è stato facile ottenere il risultato, c’è voluto davvero molto. Auspichiamo - conclude l’esponente della giunta comunale - che ciò possa contribuire a rendere il miglior servizio possibile a chi si trova in condizioni disperate e nel contempo garantire il decoro della zona. Insieme al nuovo dormitorio di via Gozzi Trieste sarà in grado di incrementerà la propria capacità di offrire aiuto ai casi più complessi, di povertà e disagio sociale».

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