Emergenza casa a Trieste. Raffica di nuovi alloggi
TRIESTE Saranno 102 gli alloggi Ater consegnati entro aprile nel comprensorio di via Flavia, dove sono state realizzate ormai da tempo le nuove palazzine. Entro la fine del 2018, invece, sarà avviato il cantiere per l’ultimo edificio ancora da ristrutturare in via del Prato, nella zona dell’Università, dove troveranno posto una decina di appartamenti. Ad annunciare le due novità il direttore dell’Ater di Trieste Antonio Ius.
Nel dettaglio a Valmaura le famiglie si preparano a entrare in tre diversi edifici, che ospiteranno rispettivamente 25, 37 e 40 appartamenti nuovi, di cui 28 che fanno capo alla Fondazione Caccia Burlo. Un sospiro di sollievo per le tante persone in lista di attesa, che aspettano di poter usufruire delle abitazioni in uno dei rioni dove gli interventi Ater negli ultimi anni sono stati più imponenti. Qui, come sta succedendo per le case di Gretta, alcuni dei vecchi fabbricati erano stati demoliti, per creare soluzioni moderne, in aggiunta alla sistemazione e pulizia degli spazi esterni. Gli inquilini entreranno negli alloggi entro i prossimi tre mesi e molti dei beneficiari sono genitori con bambini, in un’area richiesta da molte famiglie, anche per la presenza di diverse scuole e impianti sportivi.
Lunga la storia delle case di Valmaura, che affonda le radici lontano. Il primo nucleo di condomini è stato progettato tra via Flavia e strada Vecchia dell’Istria tra il 1912 e il 1914, altri se ne sono aggiunti nel primo dopoguerra e negli anni successivi. La sistemazione attuale dell’area è iniziata con gli accordi firmati dai vari enti coinvolti alla fine degli anni ’90, con le successive demolizioni e i nuovi cantieri avviati e poi ultimati. In via Flavia gli appartamenti sono stati consegnati poco alla volta negli ultimi anni in varie tranche. Tra le prime quella del 2012, con 77 alloggi dall’Ater, nell’ambito del primo dei cinque stralci previsti dal programma di recupero urbano della zona di via Flavia, sottoscritto d’intesa con Regione, Comune e Fondazione Caccia Burlo, il cui obiettivo finale, annunciato all’epoca, era di realizzare oltre 600 nuove unità abitative. Un’altra “consegna” consistente è avvenuta anche più recentemente, nel 2016, inizialmente con 25 alloggi, a cui se ne sono aggiunti altri 77 e poi 42 riservati alla Caccia Burlo.
Abbattuti i grigi condomini datati, poco alla volta i residenti hanno visto sorgere i nuovi fabbricati colorati, che di fatto hanno cambiato completamente il volto del rione, lasciando comunque spazi verdi tra un edificio e l’altro. E poco alla volta sono arrivati anche i nuovi abitanti.
Sarà affidato invece entro la fine dell’anno l’appalto per i lavori che interessano l’ultima palazzina rimasta ancora vuota in via del Prato, a pochi passi da piazzale Europa. «Gli interventi in quel contesto sono fermi da anni - ricorda Ius - dopo una pluralità di progetti che hanno interessato la zona. Adesso i tempi verranno accelerati, con un recupero edilizio, con il consolidamento della struttura, nuovi impianti, l’inserimento dell’ascensore oltre a nuove misure per il risparmio energetico, con l’introduzione dei serramenti e ovviamente misure diverse per gli ambienti dei vari alloggi, rispetto a quelle precedenti, che non rispondevano più alle esigenze attuali delle famiglie».
L’ultimo intervento nella zona si era concluso nel 2013, quando erano state inaugurate due palazzine in via del Prato, con appartamenti da 60 a 95 metri quadrati, e nella vicina via Fogazzaro, da 50 a 70 metri. Altre due case dell’isolato, conosciuto come ex Icam e costruito fra 1911 e 1912, erano state rifatte nel 2007. Quelli dell’Istituto comunale abitazioni minime erano in origine appartamenti di edilizia popolare molto piccoli, al massimo bilocali, ampliati con le ristrutturazioni effettuate a più riprese. Negli anni scorsi sono stati completati consistenti lavori di restauro per conservare i muri storici, i motivi decorativi, i davanzali, i marcapiani, le lavorazioni degli intonaci, le rampe di scale e le ringhiere in ferro battuto. Gli edifici erano stati svuotati per un ripensamento totale degli ambienti interni, con l’aggiunta di ascensori, riscaldamento, pannelli solari sul tetto e rifacimento dei solai.
Tempi d’attesa un po’ più lunghi, infine, per un altro intervento che riguarda la stessa zona- «Parliamo delle palazzine che si affacciano su piazzale Europa - conclude Ius -. Lì andrà fatto un lavoro di recupero delle parti condominiali, una manutenzione straordinaria che interesserà il tetto, le facciate e il vano scale».
Riproduzione riservata © Il Piccolo