Emergenza barellieri a Trieste: un unico addetto su trenta dice sì al nuovo contratto

Tutti gli altri hanno preferito perdere il lavoro, piuttosto che accettare la proposta di Coopservice, Fhocus Onlus e Tea
Silvano Trieste 2019-05-02 Pronto Soccorso di Cattinara, barellieri
Silvano Trieste 2019-05-02 Pronto Soccorso di Cattinara, barellieri

TRIESTE Alla fine ha accettato il nuovo contratto un unico barelliere sui trenta ancora in sospeso dopo il passaggio di mano del servizio di trasporto pazienti appaltato dall’Azienda sanitaria di Trieste. Tutti gli altri hanno preferito perdere il lavoro, piuttosto che accettare la proposta di Coopservice, Fhocus Onlus e Tea. Una scelta che lascia sbaorditi sia i vertici delle imprese subentrate a Rekeep, sia Cgil, Cisl e Uil. Posizione opposta a quella degli autonomi di Fails, secondo cui non esistevano le condizioni per accettare il contratto sostitutivo.

Tutto è cominciato dopo la decisione di Rekeep di rinunciare all’appalto, non riuscendo a coprirne i costi. La proposta dei subentranti è stata però accettata alla fine soltanto da sei barellieri su 35. Il direttore di Fhocus Giampiero Costantini si dice stupito: «L’accordo offriva quattro ore in più a dodici persone e ne toglieva due-tre agli altri. Alcuni ci perdevano, altri ci guadagnavano. Hanno fatto una scelta che li penalizza ed è surreale che abbiano rifiutato quasi in blocco». L’Ati sta provvedendo alle sostituzioni: «Dobbiamo garantire il servizio e abbiamo cominciato ad assumere. Alcuni hanno cominciato a inizio settimana». L’impresa non fornisce numeri sui nuovi ingressi.

Nel frattempo si aprono tensioni fra le sigle tradizionali e la Fails. Per Davide Novelli (Fails), «le condizioni erano sfavorevoli rispetto alle precedenti e i lavoratori non ce l’avrebbero fatta a mantenersi. Dicono di aver mantenuto il monte ore, ma questo è molto superiore perché i lavoratori facevano sempre gli straordinari. Non c’è stata la volontà politica». Secondo Andrea De Luca (Cgil), «l’accordo non era perfetto ma aveva colmato buona parte del gap. Le scelte fatte mi paiono incomprensibili: meglio star dentro e combattere che perdere così il posto. I lavoratori sono stati suggeriti male, illudendosi di poter essere assunti dall’Azienda». Come d’altronde chiede la Fials con Fabio Pototschnig, secondo cui «emerge chiara la necessità di internalizzare i servizi».

Una nota dell’AsuiTs chiarisce al proposito che «il servizio trasporti interno è stato dato in appalto almeno da 15 anni e non è possibile procedere all’assunzione diretta: il contratto di appalto è in essere fino al 2020». L’Azienda evidenzia inoltre che, anche qualora si decidesse in futuro per l’internalizzazione, potranno «presentare domanda tutte le persone in possesso dei requisiti richiesti, aumentando così il possibile numero dei candidati» e non offrendo particolari garanzie ai 35 interinali.

E se i sindacati protestano sulla scelta di demandare servizi pubblici al privato, la politica battaglia. Per il consigliere regionale Pd Diego Moretti, «dietro all’esternalizzazione dei servizi, si celano i presupposti per un abbassamento della qualità del pubblico. Il centrodestra cambi rotta prima di smantellare il sistema: le preoccupazioni dei sindacati non devono essere sottovalutate». La deputata di Forza Italia Sandra Savino critica invece «l’atteggiamento sconsiderato di alcune forze sociali e parte della politica. Da anni l’Azienda sanitaria ha esternalizzato il servizio dei barellieri. L’amministrazione pubblica non può assumere a piacere chi le pare: ci sono delle regole. Chi afferma il contrario si sta strumentalmente prendendo gioco dei lavoratori». —

D.D.A.

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