Eluana, sì del magistrato alla sepoltura
Durante il funerale sono rimasti nella casa dello zio. Don Tarcisio: «Bentornata a casa»
di Marco Ballico
di Marco Ballico
PALUZZA Gio Batta Englaro ha lo sguardo fiero del figlio Beppino. Iolanda è una Di Centa, cognome di queste parti, la foto è più ingiallita. Romeo Englaro ha un viso giovane. Era un pastore, lo hanno ammazzato a 34 anni, nel luglio 1944, l’eccidio di malga Pramosio.
Adesso, in quella tomba di famiglia, con il nonno, la nonna, il fratello del nonno, c’è anche Eluana. I flash, le telecamere, i taccuini aperti dei cronisti fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo minuto. Ma questa volta, almeno questa volta, non c’è una voce fuori posto. Un funerale normale in un paese di montagna. «L’unica differenza è che di solito si forma un corteo che parte dalla casa del defunto. Ma Eluana arriva da Udine, la aspetterò sulla porta della chiesa», dice il parroco, don Tarcisio Puntel, un’ora prima della cerimonia. C’è il sole a Paluzza. E la neve. Da anni non nevicava così tanto. Le cime aspre della Carnia sono imbiancate. Lassù, sopra la chiesa di San Daniele, ci sono il Pal Grande e il Pal Piccolo. Si alzano alle spalle di don Tarcisio quando si rivolge a Eluana e le dice: «Riposa in pace in mezzo ai nostri monti. Ti pensiamo come una grande stella alpina rinata sulle rocce dopo un lungo inverno».
Eluana è in una bara di noce chiaro, ricoperta di rose rosse su bucaneve bianchi. Il feretro, scortato dalla Digos, ha lasciato l’obitorio di Udine pochi minuti dopo l’una, ha preso la strada verso l’Austria, è entrato a Paluzza, si è fermato davanti alla casa degli Englaro. Papà Beppino e mamma Saturna hanno salutato la figlia ma non sono saliti verso la chiesa. Sono rimasti lì, come avevano annunciato. «Vogliono evitare l’assedio mediatico», aveva spiegato zio Armando. Lo vuole evitare anche la gente. In paese, in un silenzio irreale, parlano in pochi: «Noi ci teniamo tutto dentro».
Quando la macchina arriva in chiesa sono appena passate le due. Già da un po’ la politica si è seduta nelle file di mezzo. Sono arrivati Ferruccio Saro, Alessandro Colautti, Giorgio Baiutti, Gabriele Renzulli. Più tardi si vedrà il consigliere comunale di Udine Diego Volpe Pasini, e anche Ines Domenicali, la presidente della casa di riposo La Quiete dove Eluana è morta lunedì sera. La chiesa è piena, ci sono circa 300 persone, decine sono i giornalisti. «Eluana, bentornata nella terra del tuo papà e dei tuoi nonni», è il saluto di don Puntel.
E’ un’omelia difficile per questo parroco di montagna che pochi minuti prima, davanti alla canonica, diceva ai giornalisti: «Lasciatemi in pace, mi sto preparando». Papà Beppino avrebbe voluto che Eluana venisse cremata, ma Armando, il fratello che vive a Paluzza e frequenta la chiesa, ha voluto diversamente: una messa, la benedizione, la tumulazione. Don Tarcisio, altrimenti, non avrebbe accettato: «Questo è un funerale cristiano – sottolinea –, e in un funerale cristiano si proclama sempre la vita». La sera prima, racconta il sacerdote, «davanti al crocefisso, ho chiesto ispirazione per trovare le parole».
Le parole sono di riconciliazione dopo lo scontro: «Con molta umiltà dobbiamo chinare il capo e chiedere a Dio che ci illumini per cercare di superare i tanti ostacoli della vita. Ora c'è il silenzio, ciascuno si porrà di fronte alla propria coscienza». Poi, dopo aver letto un messaggio dell’arcivescovo di Udine Pietro Brollo, don Tarcisio rassicura la famiglia: «La Chiesa non si è mai sentita estranea alla vostra sofferenza». Quindi, con un pensiero alle suore di Lecco «che con tanto affetto hanno accudito Eluana», le ultime parole: «Sei libera e puoi riposare in pace. Sei vicina a Dio e quindi conosci più di noi la verità. Ti prego di illuminarci e soprattutto di stare vicino alla tua mamma e al tuo papà. Dal cielo fai sentire la tua presenza. Ti porteremo sempre nel cuore. Mandi Eluana, resta in Dio».
E’ un funerale normale, anche se ci sono le telecamere puntate. Il rito è accompagnato da canti in latino della messa “pro defunctis”, il “Padre nostro” è in friulano. Quando finisce la messa, c’è da percorrere una leggera salita verso il cimitero. Le campane, la neve sotto i piedi sono i soli rumori nel silenzio. L’ultima preghiera, l’ultima benedizione. Piangono i parenti di Eluana. Piangono due amiche di infanzia giunte da Lecco. Armando Englaro sale in auto con Saro e Colautti. La famiglia e la politica di questa regione. Un incontro che è servito a papà Beppino per esaudire il desiderio di Eluana. Dopo 17 anni di sofferenza e battaglia, una grande storia italiana finisce in un piccolo paese di montagna del Friuli.
Argomenti:eluana englaro
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Video