Elisoccorso notturno e più ambulanze

La Regione Fvg vara il piano dell’emergenza che potenzia il “118”. Tra le novità il 10% di mezzi in più e tempi di risposta blindati
Un elicottero del 118 in una foto di archivio
Un elicottero del 118 in una foto di archivio

TRIESTE. Più ambulanze e meglio distribuite. Tempi di soccorso blindati. Elisoccorso in volo anche di notte e non più solo sino al calar del sole. Cambia il volto della sanità d’emergenza del Friuli Venezia Giulia. La Regione approva infatti il nuovo Piano di emergenza/urgenza regionale con il quale la giunta guidata da Debora Serracchiani intende ovviare ai disservizi, anche gravi, che possono nascere da un presidio allentato del territorio. Il Piano è frutto del lavoro che l’assessore regionale alla Sanità Maria Sandra Telesca ha compiuto assieme a una squadra di 23 esperti, ridisegnando l’assetto con cui ambulanze, pronto soccorso e reparti ospedalieri devono rispondere a patologie come ictus, infarti o incidenti stradali. Il risultato più evidente sono quattro ambulanze e due automediche in più schierate sul territorio, ma gli effetti del Piano toccano l’architettura sanitaria nel suo complesso.

Partiamo dalle modifiche al parco mezzi. Le ambulanze in servizio passeranno da 42 a 46 con un aumento di quasi il 10%. Cambierà anche la distribuzione sul territorio: al fine di dare una copertura più efficace a zone come la montagna del pordenonese e dell’udinese sono state aggiunte alcune nuove stazioni in luoghi che finora non ne erano dotati. Il lavoro del gruppo tecnico ha rilevato infatti che in quelle aree potevano verificarsi vuoti nel presidio del territorio. Vuoti le cui conseguenze possono essere deleterie: «Il nostro obiettivo è evitare tutte le morti che è possibile evitare», spiega Telesca. Le nuove postazioni saranno collocate a Gradisca, Ampezzo, Ovaro, Paluzza, Chiusaforte, Azzano Decimo, San Pietro al Natisone. Alcune di esse sono già state attivate.

Niente ambulanza in inverno a Grado
L'interno di un'ambulanza in una foto di archivio

Tutte le stazioni saranno operative dalle 8 alle 20. La scelta dell’orario, insiste la giunta, nasce da calcoli scientifici: «Finora queste aree erano meno presidiate perché il rischio statistico di casi urgenti era più basso - spiega Serracchiani -. Noi le abbiamo coperte concentrandoci sulle ore diurne perché durante la notte il rischio si riduce di un ulteriore 50%». Resteranno operative anche dalle 20 alle 8 le postazioni di Azzano Decimo e San Pietro al Natisone perché lì il rischio potenziale è più alto e secondo i tecnici richiede una presenza continuativa. Le automediche in servizio passeranno invece da 4 a 6, e avranno sede a Trieste, Gorizia, Latisana, Tolmezzo, Udine, Pordenone. Latisana e Tolmezzo sono due nuovi presidi. A Latisana è stata spostata l’auto di Palmanova - «che però è coperta dall’ambulanza e dagli altri servizi, cosa che a Latisana non accadeva», precisa Serracchiani - mentre quella di Tolmezzo è al suo esordio. In questo modo il soccorso dovrebbe rispettare su tutto il territorio regionale i “tempi di soccorso” standard italiani ed europei: i primi prevedono un massimo di 8 minuti per le aree urbane e di 20 per quelle extraurbane, i secondi pongono un tetto di 18 minuti per gli interventi. Ovviamente queste modifiche rientrano nel piano assieme ad altre iniziative già annunciate al momento di presentare la riforma. Ne è un esempio la centrale regionale di emergenza/urgenza che dovrebbe essere attiva entro l’anno: «Per la centrale unica del 118 stanno facendo la gara» annuncia la giunta.

Sarà poi adottato un modello informatizzato di “dispatch”, ovvero un sistema di valutazione predefinito comune a tutta la regione. E ci sarà l’introduzione delle procedure di valutazione omogenee: fino a oggi capitava che uno stesso caso venisse valutato come un codice verde in un’area e come un codice giallo in un’altra, con conseguenze evidenti. D’ora in poi tutti i centri operativi useranno il medesimo sistema di valutazione, stilato ad hoc dalla commissione che ha contribuito alla stesura del piano. «In questo modo garantiremo equità su tutto il territorio» assicura Telesca.

Sarà infine istituito un organismo regionale di programmazione e controllo, il Creu: un gruppo consultivo che aiuterà la direzione centrale della salute a indirizzare il settore di emergenza/urgenza.

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