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L'atterraggio all’aeroporto di Brnik
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NEW YORK Barack Obama, secondo Colin Powell, «potrebbe elettrizzare il mondo». Il primo afroamericano a diventare capo di Stato maggiore e segretario di Stato ha dato ieri il suo appoggio al candidato democratico che il 4 novembre potrebbe diventare il primo «Commander in Chief» di colore della storia americana. Non è stato il sostegno di un nero per un nero: «Se fosse stata solo una questione di razza, avrei potuto decidermi mesi fa», ha detto Powell. Repubblicano da sempre e al governo con Ronald Reagan e i due presidenti Bush, l'ex generale a quattro stelle voterà democratico. L'endorsement fa di lui il repubblicano di più alto profilo passato nel campo di Obama: «Anche McCain potrebbe essere un buon presidente. Ma Obama può essere un presidente che ci ispira e ci unisce, ha stile e sostanza. E gli standard per essere un presidente eccezionale».


Mentre Powell gli dava l'appoggio, il candidato democratico si rivelava un re Mida della politica: in settembre ha messo in cassa donazioni per 150 milioni di dollari. Obama raduna fondi e folle - a St. Louis si sono presentati in piazza in 100mila - e comincia la campagna per la squadra di governo: la nuova amministrazione democratica potrebbe essere bipartisan con poltrone riservate al senatore democratico John Kerry e al repubblicano Chuck Hagel. E, perchè no, a Powell.


L'appoggio dell'ex generale è un duro colpo per il campo di McCain ma i repubblicani avvertono che non è ancora arrivato il momento di vendere la pelle dell'orso. Cavalcando l'arma dell'ironia - nel weekend sono andati dai comici della notte sia McCain (da Letterman) sia la vice Sarah Palin (al Saturday Night Live) - la campagna Gop ha cercato di far buon viso a cattivo gioco, sbandierando l'ultimo sondaggio Zogby-Reuters secondo il quale il vantaggio democratico si è ristretto a tre punti (48 a 45).


A chi gli chiedeva se pensasse mai alla possibilità di una sconfitta, McCain ha però ammesso che sì, ci pensa, anche se non troppo. «Certamente, ma non mi crogiolo in questo pensiero. E, comunque, ho avuto una vita meravigliosa. Posso tornare a vivere in Arizona e rappresentare il mio Paese con una famiglia meravigliosa e una vita piena di benedizioni», ha detto il senatore. Quindi, ha invitato gli elettori a «non sentirsi tristi per John McCain, e anche John McCain non si sentirà triste per lui».


Powell, che è suo amico, ha dato varie ragioni per motivare il «tradimento»: Obama è una figura capace di «ispirare e trasformare un Paese che ha bisogno di un cambio generazionale».
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