Elisa chiude il tour al Rossetti: «Scelgo di non nascondere niente»

TRIESTE «In un viaggio in cui stiamo dando tutto...I diari sono aperti. Dentro ci siamo noi. La cosa che più mi rende felice non è celebrare me stessa ma è sentire che stiamo celebrando la vita, stiamo portando in alto l’energia e i pensieri e forse potremo trasformarli in cose belle, in passi importanti, grandi o piccoli che siano». Si avvia al finale il lungo “Diari Aperti Tour” che ha visto Elisa conquistare i teatri italiani; dopo le due tappe di aprile, torna al Politeama Rossetti oggi alle 21, per chiudere nella sua città natale questa serie di date (sold out da subito). Scalderà il pubblico alle 20.45 The Leading Guy (lo raccontiamo qui a fianco), opening tutto il mese di maggio.
Il live di Elisa è diviso in due set e alterna i brani del nuovo album con alcuni dei suoi classici (“Eppure sentire”, “Heaven”, “Luce”…): una prima parte più intima, la seconda più energica, dove il pubblico si scatena con lei. Prima della pausa, nelle date triestine di aprile Elisa aveva salutato il pubblico con qualche frase scherzosa in dialetto: «Fè pur un rebechin, o un spagnoleto», aveva detto. Un atteggiamento scanzonato che si ritrova anche seguendo i suoi video del tour pubblicati su Instagram: tra l’imitazione della Sora Lella e i giochi con i figli (che la seguono in tournée) ne esce un ritratto genuino ben lontano dalle pose a cui una popstar potrebbe cedere.
“Se piovesse il tuo nome” è già doppio platino mentre in questi giorni pure “Anche Fragile” è diventato disco di platino. «Non mi potete vedere, ma non nascondo il nodo in gola - commenta Elisa -. “Anche Fragile” è stata una scelta. La scelta di non nascondere niente. Di non nascondere un disagio e un dolore. Di non etichettare come superflue alcune “finestre” sul cuore. È amore incondizionato, senza età. Anche (e ancora) innamoramento senza età. È una ribellione sfrontata contro i ritmi quotidiani di cui a volte siamo schiavi. Contro l’incapacità di ritagliarci i nostri spazi. Contro quell’idea di noi stessi e dell’altro a volte sbagliata che ci facciamo e che ci intrappola perché sembra fatta di cemento, invece è solo un’idea e si può cambiare.
È ricordarsi di fare ogni giorno qualcosa per la nostra felicità, e portare avanti tutta la nostra persona, intera. È riconoscere la grandezza di un sentimento. È ricordarsi di non lasciarlo sotto la pioggia e i lampi e i fulmini solo perché sappiamo che tanto è forte. Perché come tutte le cose, se quel sentimento è intero, è come un guerriero ed è come un fiore. Può sconfiggere tutto e allo stesso tempo ha bisogno di cura e se davvero è vivo rimarrà sempre... anche fragile». A luglio e agosto l’artista monfalconese sarà in Germania, Norvegia, Svizzera, Inghilterra… E intanto torna in radio con una versione inedita di “Vivere tutte le vite”, terzo singolo da “Diari Aperti” registrato e prodotto da Carl Brave, una canzone dal sapore estivo e “hawaiano” con una ricerca musicale particolare che unisce tastiere e programmazioni a banjo, ukulele e percussioni. —
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