Elia e Andrea ballano e l’aeroporto diventa spazio metropolitano
Si esercitano nella Shuffle dance fra le casse automatiche sognando Roma: «Il pavimento è liscio, non c’è confusione»

Bonaventura Monfalcone-23.11.2019 Ballerini all'aeroporto-Elia ed Andrea-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
RONCHI Molto spesso gli spazi sono destinati a un uso specifico, accade però che alcuni di essi si ribellino, magari solo un po’, al loro destino e divengano contenitori per qualcosa di diverso e imprevedibile nella loro fase di progettazione.
Elia e Andrea ballano e l'aeroporto si trasforma in spazio metropolitano
Il polo intermodale di Ronchi con la bella passerella, i piloni altissimi e i suoi grandi pavimenti sembra voglia seguire qualche strada alternativa oltre a quella, ovvia, del contenimento passeggeri.
Sarà che è molto giovane e deve crescere e, che come l’Aeroporto Fvg o Triesteairport, sta cercando la sua strada. Qualche incontro inaspettato nel parcheggio, sui tapis rouland o passando da una scala mobile all’altra è possibile avvenga.
Capita, ad esempio, di essere attratti dalla musica diffusa da una piccola cassa e seguendola di imbattersi in due ragazzi molto giovani nel pieno di una prova di danza. Proprio qui, di fronte all’area di accoglienza dei viaggiatori delle corriere, fra due casse automatiche Elia e Andrea si esercitano nella Shuffle dance.
Una danza nata in Australia, a Melbourne, negli anni Ottanta, coreografia perfetta per la musica house elettronica nata negli stessi anni e caratterizzata da alcuni passi in cui lo strisciamento dei piedi (shuffle in inglese) è il tratto distintivo. Un video del 2011 “Party Rock Anthem” dei LMFAO, divertente parodia in chiave danzereccia del film “28 giorni dopo” di Danny Boyle, ha rinverdito per i millennials il successo di questa danza trentennale.
Un tocco metropolitano in uno spazio che, di fatto, ne ha già le caratteristiche. «Ci alleniamo qui da parecchio tempo. Il pavimento è liscio e nuovo e non c’è confusione, nessun eccessivo via vai» spiega Elia. Una combinazione ottimale per conquistare la concentrazione. C’è un obiettivo che si avvicina, una competizione a Roma che si svolgerà nel mese di marzo.
Sono le otto di sera, l’allenamento si è quasi concluso, Elia e Andrea tirano il fiato, è ora di andare a casa. Nonostante la stanchezza si prestano volentieri a una piccola dimostrazione, qualche faticoso minuto. La scenografia è perfetta: grigia, blu, fredda. C’è una musica molto ritmata da seguire. E i “costumi” sono adatti all’occasione: le righe della tuta e dei pantaloncini, il cappuccio calato sulla testa, le scarpe con le suole luminose. Una dimensione estranea. Questa vita segreta che si è conquistata il suo posto al Polo intermodale. —
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