Elezioni, Tonellotto promette "Trieste sarà come Barcellona"

A distanza di quasi cinque anni l’ex numero uno della Triestina intende candidarsi sindaco con una sua lista civica. Naturalmente a suo modo, con un programma che è un minestrone fatto di buone intenzioni e di deliri
Flaviano Tonellotto
Flaviano Tonellotto
L’ultima immagine triestina di Flaviano Tonellotto, architetto honoris causa, era quella di un uomo in fuga. Di un presidente di calcio che lasciava lo stadio scortato dalla Digos con una muta di tifosi inferociti che lo inseguivano per fargli la festa o quantomeno per prenderlo a calci di fronte a un crac societario di 3 milioni di euro. A distanza di quasi cinque anni l’ex numero uno della Triestina ora intende candidarsi sindaco con una sua lista civica. Naturalmente a suo modo, con un programma che è un minestrone fatto di buone intenzioni e di deliri.


Tonellotto è tutto vero? Si candida o siamo su Scherzi a parte?

Tutto verissimo. Poi a ottobre presenterò, accompagnato da una grande associazione, il mio progetto politico e vedremo chi vorrà condividerlo. Potrei pescare voti un po’ dappertutto tra quelle persone propositive che spesso sono indifese o incomprese.


Ma si rende conto di non aver lasciato un buon ricordo qui? Aveva portato la Triestina sull’orlo del fallimento. Allo stadio c’è ancora chi vorrebbe fargli lo scalpo...

Me li ricordo quei bravi ragazzi... Volevano far fuori Tonellotto ma non l’hanno finito. E adesso rieccomi qua.


D’accordo, ma se lei sostiene di avere nel cuore Trieste lo stesso non si può dire dei triestini.

Non è così, nella vostra città c’è ancora tanta brava gente disposta ad ascoltarmi e a sposare i miei progetti.

A questo punto faccia i nomi.

A tempo debito.


Ma scusi se insistiamo: ma chi gliel’ha fatto fare? Ha forse fiutato l’ennesimo affare?

Semplicemente questa è una città meravigliosa, ha tutto. Mare, monti, colline. La qualità della vita è tra le migliori d’Italia. E se non vi basta, ha grandi potenzialità ancora inespresse sia sotto il profilo turistico che industriale. Vi ricordate tutti i miei progetti? Sono ancora attuali.


Ma è anche un problema di credibilità, se l’è mangiata tutta con la Triestina e con quelle case mai ristrutturate.

La mia credibilità se la sono spesa e gestita gli altri per sputtanarmi quando invece avevo alcune buone idee, soprattutto per il calcio. Chi aveva valorizzato il settore giovanile della Triestina?


Come e di che vive adesso Flaviano Tonellotto?

Vivo a Cinisello Balsamo con la mia fidanzata di 87 anni, cioè mia madre. Per campare faccio consulenze nel campo immobiliare. Mi occupo di impianti foltovoltaici e serre con coltivitazioni biologiche. Settori in cui ho una certa esperienza.


La notizia della sua candidatura è uscita nello stesso giorno della presentazione della lista di Bandelli: solo una coincidenza?

Non c’è alcun nesso, ve lo garantisco. Bandelli, comunque, l’avevo cercato qualche mese fa ma non aveva voluto incontrarmi. Me ne sono fatto una ragione. Tanto non mi interessa avere un referente locale. Farò la campagna elettorale con gente che mi porterò da fuori.


Lei sostiene di non essere né di destra né di sinistra, ma allora dove si colloca?

Corro da solo e non ho una vera collocazione. Per esempio sono stato due giorni a Pontida alla festa della Lega e ho trovato grande entusiasmo ma allo stesso tempo sono andato alla festa del Pd dove ho visto tanti giovani che si danno da fare. Un modello era il primo Berlusconi. Mi affascinava il ruolo dell’imprenditorre che si buttava in politica con la sua mentalità pragmatica di’uomo d’affari. Anche Marchionne e Marcegaglia, però, dicono cose interessanti.


Un berlusconiano doc, allora?

No, no. Era solo un riferimento.


Allora almeno fuori il programma.

Sarà un programma basato su un costruttivo e tranquillo confronto con tutte le realtà locali per far crescere la città. Qui c’è un sistema sbagliato, lo dicevo già anni fa. Pur di tenersi stretto il proprio orticello, nessuno vuole muovere niente. E difatti molti giovani per fare strada sono costretti ad andare altrove. Per fortuna ora cè il progetto di riqualificazione per il Porto Vecchio è un’occasione mondiale per Trieste, si possono fare grandi cose.


Ammetta che è interessato al business del Porto, così almeno si spiegherebbe questa sua candidatura.

Forse anche sì, ma non adesso e non è questo il motivo per cui voglio candidarmi. Trieste, invece, deve aprirsi al confronto. Può diventare come Barcellona. Avete visto il boom di Capodistria? Era prevedibile. E dire che mi davano del matto quando volevo acquistare il Koper calcio. Alla fine è arrivato in Europa. Qui siamo fermi, anche le navi da crociera ci portano via.


Basta così?

No, più in generale mi piacerebbe partecipare alla creazione di un’economia più pulita e più equa. I lavoratori hanno paghe da fame, non riescono più neanche a comprare un paio di scarpe nuove ai figli. Mi rendo conto che c’è la crisi ma bisognerebbe pagarli di più per far girare più soldi. E invece in giro per l’Italia vedo imprenditori che si sputtanano allegramente i soldi con la Ferrari e con giovani amanti...


Complimenti, da Forza Italia a un manifesto tipicamente comunista. Un bel salto.

È la prova che non sto con nessuno, ho le mie idee e vorrei trasferirle nella politica.


Ma Tonellotto siano realisti: che ne sa uno che vive a Cinisello Balsamo dei problemi di Trieste?

Li conosco, li conosco. Leggo il giornale su internet.


Bene, adesso la interroghiamo: chi è l’assessore comunale ai Lavori pubblici? E il presidente della Provincia? E il presidente dell’Assindustria?
Ai lavori pubblici?

Non so, vediamo: il sindaco o il vicensindaco... In Provincia lo so, c’è quella signora, la dottoressa...


E come si chiama la dottoressa?

Quella dai...


Un aiutino, Bass...

Ah sì, Bassa Poropat. Mi arrendo, non conosco il presidente locale degli industriali.


Un buon sindaco dovrebbe conoscere tutti i problemi e i progetti per la città: bonifiche, rigassificatore, Ferriera, piattaforma logistica, superporto, piano regolatore. È arabo o queste cose le dicono qualcosa?

Seguo tutte queste questioni, sono preparato.


Meglio non approfondire...

Le assicuro.


Siamo sinceri, Tonellotto che corre per sindaco sembra cabaret più che politica. Non ha paura di sprofondare nel ridicolo?

Liberi di pensarlo ma siamo o non siamo in un paese democratico? Quindi ci deve essere posto anche per me. A 60 anni potrei diventare sindaco di Trieste.


Le piace sempre scherzare, no?

No, dico sul serio.


E il calcio lo segue ancora dopo l’ultima parentesi fallimentare con la Sanremese?

Certo e conto di rientrarci presto anche se è un mondo pieno di ipocriti.


Segue ancora le sorti dell’Unione?

Sempre. In quattro anni Fantinel è riuscita a portarla in C1 dopo essersi preso i miei soldi, quelli delle amministrazioni pubbliche e dei giocatori...


Il presidente alabardato potrebbe querelarla dopo queste affermazioni...

La retrocessione è un dato oggettivo, per il resto ho le carte e le tirerò fuori. All’epoca anch’io ho commesso degli errori, ma se non si fossero messe in mezzo le istituzioni e una banca che poi è stata assorbita, più qualche telefonata dall’alto, sarei ancora in sella.


Un’ultima cosa, è ancora fissato con le diete macrobiotiche? Si ricorda, dava da mangiare il tofu ai giocatori e di notte poi scappavano in osteria a rimpinzarsi di salame.

Niente più macrobiotica, ma ci vuole grande attenzione per l’educazione alimentare e soprattutto per la conoscenza della provenienza dei prodotti.


Allora, sempre convinto di candidarsi?

Convintissimo.

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