Elezioni regionali, l’Unione slovena dà l’ultimatum al Pd
TRIESTE. La Slovenska Skupnost pone l’ultimatum al Pd per l’apparentamento in vista delle elezioni, politiche e regionali, del 2013 ed ha già pronta l’alternativa nei sostenitori di Mario Monti. Ieri il segretario regionale del partito della minoranza slovena, Damijan Terpin, insieme al consigliere regionale Igor Gabrovec e al segretario provinciale di Trieste Peter Mocnik, ha tenuto una conferenza stampa per sollecitare gli alleati “storici” a sciogliere il nodo e ripristinare l’apparentamento che nel 2008 ha consentito al partito della minoranza di portare Gabrovec in piazza Oberdan: «Siamo al bivio» afferma Terpin. E spiega: «È una situazione che non ci aspettavamo, soprattutto da parte della componente slovena del Pd» la quale, secondo gli esponenti della Slovenska Skupnost, sta frenando sull’apparentamento, magari per cercare di portare in Consiglio regionale un proprio esponente a Trieste. Fattispecie peraltro smentita dalla segretaria regionale del Pd e candidata alla presidenza della Regione, Debora Serracchiani: «Quanto a supposte posizioni contrarie degli sloveni del Pd, non c’è nessuna contrarietà a priori: sono parte integrante del partito e quindi coinvolti in tutte le sue scelte politiche» assicura.
Fatto sta che i rappresentanti della minoranza si sono già guardati intorno, trovando sponda nel presidente delle Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, montezemoliano e vicino alle minoranze linguistiche. «Per le politiche non siamo stati contattati dalla componente slovena del Pd né dal partito nel suo complesso anche se avevamo manifestato l’intenzione di partecipare alle primarie, opportunità che però ci è stata negata. Ma se vogliono i nostri voti - aggiunge Terpin - forse era il caso di contattarci...». Da qui il contatto con Dellai e l’ipotesi di passare con i centristi, con i quali, ammette il segretario regionale della Slovenska Skupnost, «c’è in atto una discussione su candidature e alleanze», con la prospettiva allettante per gli sloveni di avere addirittura un proprio rappresentante in Parlamento, ritenuta importante anche per la possibilità di presidiare la riforma della legge elettorale con la prevista tutela della minoranza slovena. C’è però una condizione che Terpin pone per un’eventuale alleanza con i fautori dell’agenda Monti: «È fondamentale che nelle liste non ci siano forze e persone che sono storicamente contro la minoranza slovena» e il riferimento è a Roberto Menia, esponente di Futuro e Libertà. Fin qui il ragionamento sulle politiche. E in Regione? «Siamo nel centrosinistra e vogliamo rimanerci, se loro ci vogliono» puntualizza Terpin che auspica di replicare l’apparentamento con il Pd «ma se decidono di non decidere dovremo cercare alternative».
C’è poi da considerare che ci saranno prima le politiche e poi le regionale e, in caso di affiancamento all’asse Dellai–Montezemolo, sostiene il segretario del partito della minoranza slovena, «sarebbe difficile per i nostri elettori capire due alleanze distinte», tanto più che in Friuli Venezia Giulia ancora non sono ben definite le alleanze, in particolare le intenzioni dei centristi, soprattutto dell’Udc. Ecco perché i rappresentanti della Slovenska Skupnost chiedono al Pd di dirimere la questione «nei tempi previsti per la presentazione delle liste per le politiche».
Serracchiani cerca di gettare acqua sul fuoco, sottolineando come «per profonde ragioni storiche, politiche e culturali l’Unione slovena in regione ha finora sempre trovato nel centrosinistra una collocazione naturale e gli interlocutori più attenti. Gli incontri tenuti nei mesi scorsi con i rappresentanti della Slovenska skupnost – prosegue la segretaria del Pd – non hanno fatto emergere motivi essenziali per cui questo dato debba mutare, naturalmente su un piano di reciproca lealtà». Serracchiani ammette che «le modalità del rapporto tra il centrosinistra, e il Pd in particolare, e l’Ssk sono ancora da approfondire» ma è convinta «che il punto essenziale sia condiviso, e cioè che serve una larga e convinta coalizione di forze decise a restituire il buon governo al Friuli Venezia Giulia».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo