Elezioni posticipate, Cisint e Vecchiet in carica fino al 2022

I sindaci di Monfalcone e Ronchi dei Legionari, già interessati al referendum sulla fusione bisiaca, in carica 5 anni e mezzo
Il sindaco monfalconese Anna Cisint al fianco del collega ronchese Livio Vecchiet Foto Katia Bonaventura
Il sindaco monfalconese Anna Cisint al fianco del collega ronchese Livio Vecchiet Foto Katia Bonaventura

MONFALCONE Silvia Altran fu la prima a strappare un governo formato extralarge: cinque anni e mezzo di amministrazione anziché il canonico lustro. Ma ora stessa sorte potrebbe toccare ad Anna Cisint: una sindacatura in scadenza appena tra 24 mesi.

Nel 2016, governo Serracchiani in Regione, tirava forte il vento delle fusioni. E la città, il 19 giugno, si fermava a riflettere davanti all’urna per capire cosa fare da grande: se accorparsi alle realtà più piccole, cioè Staranzano e Ronchi dei Legionari – in verità per nulla interessate alla faccenda, tant’è che votarono picche –, o starsene per conto proprio. La deliberazione del referendum consultivo aveva infatti scalzato le amministrative, slittate a ottobre di quell’anno, il 23 per la precisione, con esito finale al ballottaggio del 6 novembre. Data passata alla storia per il ribaltone della Lega dopo svariate conduzioni a traino centrosinistra.

Oggi, governo regionale Fedriga, nell’ambito di un disegno di legge, il numero 85 in discussione alle 11 e che andrà a dirimere tutta una serie di questioni, più o meno spicciole, ma di estremo interesse per la collettività alla prese con tutt’altre vicende (l’emergenza coronavirus), ci sarà la possibilità di “pareggiare i conti”, se così si può dire, regalando a un’amministrazione di bandiera opposta a quella democratica del 2016, dunque leghista, la medesima possibilità di un mandato extralarge. Cinque anni e mezzo, con elezioni comunali rinviate a primavera 2022 anziché tra 12 mesi o giù di lì. La possibilità viene contemplata all’articolo 4. E non riguarderà solo Monfalcone, ma anche Ronchi, con il mandato del sindaco Livio Vecchiet pure prolungato all’aprile-giugno 2022 assieme a Gorizia.Tutto però è in fieri e dipenderà dall’andamento dei lavori regionali.

Apriti cielo: il Pd con il vicecapogruppo Diego Moretti già grida alla norma fatta su misura per Monfalcone, servendo su un piatto d’argento «la prima bozza dell’articolo studiato dalla giunta ed emerso al Consiglio delle autonomie che in pratica contemplava solo il caso della città del cantiere» e poi invece riformulata nella versione che sarà dibattuta stamattina, più generale. Mentre sul versante opposto il forzista regionale Giuseppe Nicoli afferma l’esatto contrario: «Niente più che un’armonizzazione delle scadenze per evitare elezioni ogni due mesi, partendo dalla necessità impellente di rinviare la tornata di Villesse, che per ovvi motivi di contenimento dei contagi di Covid-19, esattamente come il referendum nazionale, va spostata». L’ex vicesindaco anzi azzarda: «Tempi più lunghi giovano al centrosinistra locale, ora ridotto a un’armata Brancaleone, per trovare il candidato che ancora non si vede all’orizzonte».

Occhi puntati dunque sul secondo provvedimento regionale legato all’emergenza sanitaria in corso: il ddl 85 contiene una serie di norme che proroga termini, anticipa al 90% l’entità dei contributi regionali già deliberati, sospende una serie di termini in scadenza, e rinvia tra il 4 ottobre e il 13 dicembre le elezioni previste tra aprile e giugno di quest’anno, tra cui il rinnovo amministrativo di Villesse. Insomma, questioni dirimenti e preminenti, che dato anche il carattere straordinario l’opposizione ci terrebbe a condividere, come sottolinea Moretti. «È un disegno di legge che nel complesso in Commissione abbiamo votato – spiega infatti il dem –, ma che contiene ai commi 3 e 4 dell’articolo 4, una norma vergognosa, poiché con l’emergenza del coronavirus non ha nulla a che fare: l’ennesimo “comma ad personam” della giunta Fedriga a favore del Comune di Monfalcone, retto dal sindaco Anna Cisint. Chissà come mai...». Moretti rievoca il recente caso sulle «regole del gioco» cambiate a proposito della presidenza dell’ambito socio-assistenziale: «Adesso si allunga, sempre con legge, la durata del mandato amministrativo di un anno. Come si chiama, questo, se non attaccamento al potere? » .

«Chiaramente – ribatte Nicoli – quando vai a normare lo spostamento di elezioni che non si possono tenere per il Covid-19 è normale che la Regione poi cerchi di armonizzare e omogeneizzare le chiamate alle urne. Questo non è un provvedimento che riguarda solo Monfalcone, ma abbraccia anche Comuni di diversa bandiera. Prende spunto da un problema per mettere a posto il resto: al nostro territorio non cambia nulla, perché il provvedimento riguarda Villesse, alla Regione invece sì che cambia qualcosa. Non va bene indire urne ogni due mesi. So che c’è chi a sinistra critica e guarda a Monfalcone con preoccupazione perché si tratta di un’amministrazione operosa e la si cerca sempre di attaccare, ma non fu la prima Altran, del Pd, a governare per 5 anni e mezzo? Perché allora il governo di Cisint dovrebbe durare 4 e mezzo? A tutti vanno date le medesime possibilità». –

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