Un poker di sindaci al fianco di Gasparri per sostenere Fasan a Monfalcone
Il senatore azzurro loda i risultati sul fronte dello sviluppo della nautica. E torna sul tema ius scholae: «Non vogliamo regalare la cittadinanza»

«Che succede qui a Monfalcone?». Alle 15, ieri, la domanda a bruciapelo del giornalista e prima ancora capogruppo in Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, non coglie in contropiede l’aspirante sindaco Luca Fasan, ché pure le risposte potrebbero essere molteplici, visto il sovente rimbalzo della città sui talk-show nazionali: «Siamo messi bene, il sentiment è positivo!». Sta sul pezzo, sulla campagna elettorale, l’assessore alla Cultura, bandiera della Lega. Ed espone tutti i dettagli sulla squadra all’onorevole, che chiede conto della coalizione, di quante liste ci siano a supporto, se il Popolo della famiglia, in gara stavolta con simbolo e rosa di nomi, avrà un seguito.
Passeggiando nel salotto buono dove si era catapultato già due anni fa per tirare la volata ad Anna Cisint (si ricorda perfino che «il gazebo stava da un’altra parte»), a un certo punto Gasparri chiede: «Le tensioni etniche si sono placate?». Qua, Fasan, non nasconde la polvere sotto al tappeto: «Placate è una parola grossa. Ci stiamo lavorando...».
Non si addentra in ulteriori meandri, sarebbe lunga, ma butta lì l’esistenza della lista di Bou Konate. L’azzurro vuol sapere come si chiama e il nome – Italia plurale – alla fine non gli dispiace, dopotutto ricorda che «a Londra c’è un sindaco musulmano, ma lì c’è anche una cultura diversa, retaggio del Commonwealth». Fine dei convenevoli perché ad attendere Gasparri c’è un poker di sindaci. Lo accolgono a braccia aperte non solo il reggente Antonio Garritani, che lo conosce dai tempi romani e dopo un saluto si allontana, ma pure i colleghi Rudi Ziberna da Gorizia, Roberto Dipiazza da Trieste e Fulvio Sluga da Forni Avoltri, oltre naturalmente alla sottosegretaria alle Finanze Sandra Savino, che già giorni fa ha scortato Antonio Tajani alla Biblioteca.
Il comizio comincia e introduce la segretaria Aurora Turco, con l’applauso alla squadra e al candidato. Ziberna prospetta l’ottima collaborazione intessuta in questi anni con Monfalcone, «che se diventa più ricca ci guadagniamo pure noi e viceversa». Dipiazza assicura aiuto a Fasan in caso di bisogno e Sluga tesse le lodi della Regione.
Un input però arriva da Savino: «A Cisint riconosco un lavoro straordinario: la città ai tempi del governo Pd era di una tristezza infinita, ora è rinata. Soffre di alcune criticità, è vero, ma io spero che la prossima amministrazione abbia la capacità di portare Monfalcone dappertutto come una città bellissima. Bisogna far conoscerne anche l’altra faccia, non solo i problemi».
Fasan ripercorre gli investimenti sulla cultura e sul litorale, che «ha attratto nuove società nautiche» e regalato un numero di posti barca altissimo rispetto al resto del Fvg. Aspetto che rimarca anche Gasparri «e non me ne voglia Trieste con la Barcolana».
Si sofferma sullo ius scholae: «Non vogliamo regalare la cittadinanza, ma subordinarla a un dato culturale, perché è vero che dopo 10 anni uno può chiederla, ma poi non si va a verificare materialmente cosa uno ha fatto in quel lasso. Se invece di esser stato in una sala giochi ha studiato, finito il ciclo dell’obbligo, conseguito un diploma... E siccome non siamo un partito né di razzisti né di xenofobi, oltretutto ci chiamiamo Forza Italia, penso che non dobbiamo ricevere lezioni di patriottismo da alcuno». Dunque FI una «forza moderata che porta esperienza e solidità». E sul terzo mandato è «orientata per il doppio». Gli azzurri, hanno tante cose da dire, ancora. —
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