Elezioni Fvg, resa dei conti nel Pd: il recordman Russo attacca Rosato e Serracchiani

L’ex senatore contro l'ala renziana: «Va superato chi rappresenta il passato» Assemblea regionale a fine maggio. Congresso a settembre
Lasorte Trieste 11/04/18 - Via Dante, Inaugurazione Sede Elettorale Francesco Russo
Lasorte Trieste 11/04/18 - Via Dante, Inaugurazione Sede Elettorale Francesco Russo

TRIESTE. «Se a Roma il problema del Pd è Matteo Renzi, anche in Friuli Venezia Giulia ci sono persone che rappresentano il passato e vanno superate». Sono trascorse 48 ore dallo scrutinio, Francesco Russo guarda tutti dall’alto con 4.368 preferenze e non fatica a spingere per il cambio di passo: «Ce l’hanno chiesto gli elettori, non c’è tempo da perdere». L’ex senatore precisa di non candidarsi a nulla, «né a fare il capogruppo né alla segreteria regionale. Semplicemente mi assumo le responsabilità che mi hanno dato gli elettori». Siamo già alla resa dei conti? Russo dice di no, ma insiste sul passato e sulle persone da superare. E fa nomi e cognomi. «Ettore Rosato ha dimostrato che il ruolo giocato negli ultimi tempi è sovradimensionato rispetto al peso elettorale misurato con il voto ad Antonella Grim, che lui ha appoggiato. E Debora Serracchiani ha sbagliato a ritardare l’ufficialità della sua scelta romana. Sergio Bolzonello ci ha messo capacità e un alto profilo, ma non ha avuto il tempo per smarcarsi da un’eredità di giunta impossibile da difendere».



C’è pure un intervento della presidente uscente a Otto e mezzo a far discutere. Intervistata da Lilli Gruber, Serracchiani ha fatto un’autocritica: «Ho scelto di non ricandidarmi e probabilmente questo non ha pagato anche rispetto al lavoro che avevo fatto nei cinque anni precedenti». E ancora: «Ho fatto riforme molto profonde, una delle quali è la riforma della sanità e quando si tocca la salute, per i cittadini è molto delicato. Ho avuto un’opposizione molto forte, che non ha guardato in faccia a nessuno nel raccontare le cose che potevano essere approfondite in modo diverso». Parole che Il Fatto Quotidiano interpreta con un titolo che mette in discussione la scelta di Bolzonello, ma in una nota a stretto giro la neo deputata precisa: «Ringrazio ancora Sergio per la generosa campagna elettorale. Sono convinta che nessun altro candidato, me inclusa, al posto suo sarebbe riuscito a fare meglio».

A difesa di Serracchiani c’è subito Salvatore Spitaleri: «Chi mi conosce sa quanto sia stato “dialettico” il mio rapporto con chi è stata prima segretaria regionale e poi presidente. In questa campagna elettorale devo dare atto che Debora si è messa a disposizione, anche quando abbiamo scelto alcune linee di discontinuità, che sicuramente un presidente uscente può non gradire. Serracchiani ha sostenuto con lealtà il Pd e Bolzonello. Mi pare quindi pura spazzatura il tentativo del Fatto di seminare zizzania, per punirci delle perplessità sul loro cocco Di Maio e nei confronti dei 5S». Nessun dubbio anche per Russo: «Qualsiasi critica a Bolzonello dopo quello che è successo risulterebbe ingenerosa. Ma ora dobbiamo ripartire dal cambiamento e azzerare le cariche».



E poi ci sono le cose da fare in Consiglio: mentre il sindaco di Palmanova Francesco Martines ripesca il nodo dell’incandidabilità dei sindaci, il consigliere triestino sollecita, con tanto di appello a Massimiliano Fedriga, un ddl per la doppia preferenza di genere viste le sole 7 donne elette su 49. Quanto al congresso, il dem più votato non contesta i tempi annunciati da Spitaleri – fine estate, inizio autunno –, ma invita a fare «prima possibile». Già ieri sera, in segreteria regionale c’è stata una prima valutazione del Pd sul voto. A fine maggio, fa sapere ancora Spitaleri, dopo l’insediamento in aula e il ballottaggio a Udine, si riunirà l’assemblea regionale. «Io resterò in carica come previsto fino al congresso – spiega il segretario –. I tempi saranno distesi, non si tratta di sostituire qualcuno o di riempire una casellina».

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