Quattro sindaci in corsa a Monfalcone: spunta un altro candidato vicino al mondo No pass

Il commerciante Pecikar in campo insieme a tre sfidanti. Gara tutta al maschile. Tensioni con la Lega domenica davanti ai banchetti per la raccolta delle firme

Tiziana Carpinelli
Le carte depositate in Ufficio elettorale (Foto Bonaventura)
Le carte depositate in Ufficio elettorale (Foto Bonaventura)

Martedì verrà sventolata la parola fine sulla prima missione degli aspiranti (o veterani) politici in vista delle urne. Scatta alle 12 la deadline per il deposito delle liste e se tutti avranno svolto i compitini correttamente, sarà un poker di uomini a litigarsi lo scranno più ambito all’ombra della Rocca: tutt’altro film rispetto al 2022 quando le contendenti principali, al netto di Francesco Orlando, erano Anna Cisint e Cristiana Morsolin. E sì, perché all’ultimo, cioè a tre giorni da questi controlli preliminari sulla regolarità delle candidature, è spuntato a sorpresa un altro aspirante sindaco dopo Bou Konate: il noto commerciante monfalconese Rudj Pecikar, 64enne nato a San Pier d’Isonzo, volto storico dell’elettronica con vetrina in viale San Marco, davanti al Caffè Corso.

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La raccolta delle firme, qui, è iniziata sabato ed è proseguita davanti all’ospedale, conteggiando una settantina di sottoscrizioni e oggi si vedrà se la rosa di 24 candidati avrà tutti i crismi per partecipare all’appuntamento elettorale, ma già domenica, in piazza, numeri pirotecnici. Perché in simultanea alla presentazione della civica pro Luca Fasan, aspirante primo cittadino per il centrodestra, è stato avvistato dal capolista Gabriele Bergantini (e soprattutto dall’eurodeputata Anna Cisint) Franco Zotti, mentre fermava i passanti per strapparne la firma.

Direttamente da Gorizia, infatti, il consigliere comunale è venuto per due giorni di fila in città a «dare una mano» nella corsa contro il tempo a Insieme liberi con Rudj per Monfalcone. Stando a Zotti, lei, l’ex sindaca, gliele ha cantate: alla fine è piombato perfino il settore Informativa del Commissariato – come pure la Polizia locale – che però non ha avuto nulla da eccepire. Tutto regolare e, se ci sarà qualche reclamo, sarà Corte d’Appello di Trieste a giudicare.

Ma prima bisogna vedere effettivamente se Insieme liberi conseguirà tutte le firme e potrà procedere al deposito, entro le 12 di oggi, appunto. «Abbiamo visto Zotti, da solo, fermare le persone in piazza per la firma, ma senza autentificatore non si può fare, ai sensi di legge», spiega con decisione Bergantini, pur ritenendo erroneamente la lista sotto l’egida di Territorio e libertà (ma poco importa questo). «Il consigliere Zotti può svolgere il ruolo solo nel suo Comune, Gorizia», ancora Bergantini. «Folclorismo», derubrica Zotti, “sgridato” da Cisint: «Se lei ha potuto sedersi sulla poltrona da sindaco, nel 2016, è stato anche grazie ai 59 voti di mia figlia, quindi non si fasci la testa, ché non è stato fatto nulla di irregolare: simili scene ostacolano la democrazia». In soccorso di Zotti, per gentilezza (o magari disappunto verso la piazzata, non passata inosservata), è giunto il consigliere comunale del Pd Paolo Frisenna, poco più in là al banchetto, che s’è prestato ad autentificare le firme raccolte da Insieme liberi.

A spiegare la discesa in campo in extremis, lo stesso Pecikar: «Il desiderio di creare un’alternativa a una realtà che a molti non è piaciuta: le promesse della signora Cisint non si sono avverate. S’è fatto un gran spolvero, si sono spesi molti quattrini, ma i risultati sono stati deludenti. Il viale, su cui ho gli occhi quotidianamente, è stato rifatto più volte e cosa si è ottenuto? Idem la piazza, che non ha visto neppure i parcheggi sotterranei realizzati. Mentre il porticciolo è stato inaugurato un anno fa e i lavori non si sono ancora conclusi. E vogliamo parlare del commercio? Sta meglio o sta peggio? Qual è il bilancio delle aziende? Se ne aprono di più o assistiamo a chiusure? Forse a Fasan non conveÈrrebbe parlare troppo di continuità...».

E poi, nella lista, dove si candidano nomi conosciuti come Marco Bertali e Fabrizio Bertini, c’è ovviamente il fil rouge della lotta al green pass. Candidati che ritengono «inammissibile l’obbligo vaccinale», quantomeno «critici» sulla profilassi imposta in pandemia. —

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