Elezioni a Trieste. Pdl contro Lega: scorretto agevolare Antonione

Critiche dopo la preferenza espressa dal Carroccio per l'ex sottosegretario. Savino e Tononi attaccano l’«invasione» di Fontanini: la politica in casa nostra la facciamo noi
Roberto Antonione
Roberto Antonione
TRIESTE. Una questione di territorio? Non solo. Anche di gerarchie, di capi grandi e capi più piccoli. Il già complicato assetto del centrodestra triestino è di fronte a un nuovo conflitto. Attorno al nome di Roberto Antonione, lanciato come candidato prescelto del Carroccio direttamente dal segretario regionale della Lega, Piero Fontanini. Una doppia invasione di campo, dicono offesissimi i Pdl triestini, che sulla ricerca del Migliore hanno appena avviato un sondaggio telefonico. Copertissimo. Ma che, sorpresa e malizia, include tra i papabili propri anche il candidato della parte avversa, e cioé Roberto Cosolini.


Si sopporta a stento Ferruccio Saro, «senatore di Martignacco che galoppa nel nostro territorio». Ma adesso che è il segretario regionale di un partito di coalizione, e per di più «friulano», a rompere, da Udine, silenzi e patti, confini e giochi, tanto da indicare Antonione (che non è il prediletto dell’ala-Camber maggioritaria a Trieste) la denuncia di invasione di campo, l’invito a farsi i fatti propri a casa propria, e en passant anche la constatazione che «in questo modo Antonione è bruciato» arrivano veloci come fendenti. Ieri il Pdl ha convocato una conferenza stampa con tutto lo staff dirigente e in più un gruppo di assessori comunali: la coordinatrice provinciale Sandra Savino, il vice Piero Tononi, il coordinatore comunale Fulvio Sluga, gli assessori Massimo Greco, Paolo Rovis, Claudio Giacomelli, Marina Vlach. «Dev’esserci rispetto e distinzione tra realtà diverse - ha detto Savino -, e ora nel Pdl nulla è certo, peraltro noi mai abbiamo dato indicazioni in casa d’altri, e siamo stati leali anche su candidature regionali non fortunate per aderire alle richieste leghiste».


Il richiamo è alla leghista Alessandra Guerra, che lasciò al palo Renzo Tondo per la Regione. Finì come si sa: vinse il centrosinistra con Riccardo Illy. «Noi abbiamo iniziato un percorso di trasparenza e democrazia - ha proseguito Savino -, cerchiamo una persona utile per Trieste, non nomi e cognomi, agevolare certi ”candidati” mentre un sondaggio è ancora in corso non è corretto».


Greco l’ha trasformato in slogan: «La Lega ha fatto ”insider trading”». Rovis ha disegnato il territorio: «È stata un’invasione politica e geografica. Un friulano, e di un altro partito? Non so proprio che favore faccia a ”questa persona”». Antonione dai pidiellini non viene mai nominato. Vlach completa il concetto: «Equivale a bruciarlo».


Tononi poi lo dice esplicitamente: «Col segretario provinciale della Lega Massimiliano Fedriga ci siamo a lungo parlati, e tutto era chiaro». Ovvero: prima il sondaggio per sentire gli umori dell’elettorato, poi una consultazione per capire gli orientamenti del partito, e solo in terza fase l’operazione di raccordo con gli alleati. E dunque come interpretare il gesto di Fontanini, mentre Savino e gli altri neanche sotto tortura direbbero i nomi sottoposti a sondaggio, per non farne un confuso mucchio di candidati lanciati senza briglia in campo? Forse i piani più alti seguono più alte strategie?


«Non lo so - ha detto Tononi -, accordi politici non ci sono, non ci sono noti. Le indicazioni sul sindaco comunque le diamo noi, la politica nostra ce la facciamo a casa nostra, ognuno è padrone a casa propria e il Pdl rivendica autonomia». Seccatissimi i vertici triestini anche con lo stesso Fedriga, però. «Parla di un suo programma da presentare domani? Il programma lo stiamo facendo noi. E si ricordi la Lega: quando si pongono veti, tornano indietro come boomerang». Gelido Fontanini alla barriera di «fermo là». «Savino e Tononi? Il mio dirimpettaio si chiama Isidoro Gottardo e io parlo con lui». Gottardo è il segretario regionale Pdl. Le divisioni orizzontali sono diventate anche verticali. Ma a Savino l’uscita fa dismettere i panni della sempre controllata compostezza: «Io sono cortese, ma adesso a Fontanini dico che la sua è aggressione e maleducazione. Non può mancare di rispetto alla forza di maggioranza che governa Trieste, e ai triestini, è una cosa orrenda. Parli pure con chi vuole, ma nello specifico lancia candidature attraverso la stampa. Non cado in beghe di campanile che non mi appartengono - aggiunge - ma io non mi sono mai permessa di svilire politici di altri territori. E con la Lega, poi, conosciamo il nostro comportamento. Quindi non è proprio il caso di farmi saltare la mosca al naso».

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