Elettra Marconi: «Trieste città speciale»

Nel suo nome risuona l’eco delle onde, quelle radio e quelle del mare. La principessa Elettra Marconi, figlia dello scienziato e Premio Nobel Guglielmo Marconi, condivide infatti il suo nome con la nave Elettra, lo yacht su cui suo padre effettuò numerosi esperimenti di radiofonia attraversando per ben 87 volte l’Atlantico.
La principessa è giunta a Trieste su invito di Roberto Vitale, il presidente della onlus Cinzia Vitale che insieme al Civico museo del mare ha organizzato la mostra “Marconi, dall’Elettra le onde che unirono il mondo”. Distinta ed elegante, la principessa ha voluto rinnovare il rapporto che la lega a una città che definisce «speciale, amata da me quanto da mio padre». La sua ultima visita risale alla scorsa primavera, in occasione dei 110 anni dal varo della nave-laboratorio, la cui prua svetta dal 2000 all’interno dell’Area Science Park di Padriciano, quasi a voler ribadire la scelta di Marconi di legare a doppio filo il mondo del mare e della scienza.
Alla vigilia della Barcolana, che l’ha vista protagonista per la prima volta in barca, la figlia del noto scienziato scomparso nel 1937 si è lasciata andare ai ricordi dell’infanzia, quando correva incontro al padre sul lungo ponte in tek della nave che è divenuta un simbolo della scienza italiana nel mondo. Eppure Marconi, come accade al giorno d’oggi per la stragrande maggioranza dei ricercatori italiani, è dovuto emigrare per riuscire a esprimere il suo enorme potenziale intellettivo e per affermarsi come lo scienziato che ha rivoluzionato il mondo delle comunicazioni. «Mio padre è stato mandato via dall’Italia a soli 21 anni – racconta la figlia Elettra – mentre è stato accolto a braccia aperte in Inghilterra. Negli anni gli fu offerta con insistenza sia la cittadinanza inglese, sia quella americana, ma lui rifiutò sempre, considerando l’Italia la sua unica Patria».
L’amore nutrito per Trieste non è dovuto solo alla presenza del mare, elemento che ha fatto da sfondo alla vita della principessa, di suo padre e della madre Maria Cristina Bezzi Scali. «I triestini furono i primi a ribellarsi all’infamità della distruzione dell'Elettra – ricorda la principessa – la cui prua, non a caso, riposa nella loro città».
Luca Saviano
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