Elena e Christian, un amore nato tra i balconi di Trieste ai tempi del lockdown. E ora sono già fiori d’arancio
TRIESTE Si conoscono sul balcone in pieno lockdown, lo scorso marzo. Iniziano a parlare, si innamorano, e decidono di sposarsi in tempi record. Storia shakespeariana in salsa triestina (con happy ending), quella di Elena e Christian. Lei, 42 anni, infermiera a Cattinara in prima linea nei mesi iniziali e caldissimi della battaglia contro il virus. Lui, impiegato 50enne, super sportivo, convertito allo smart working. Entrambi triestini e single da anni; entrambi chiusi nei rispettivi appartamenti durante la quarantena e costretti ad andare alla scoperta di un luogo prima ignorato, poi diventato avamposto di libertà e terra di conquista: la terrazza.
È qui che scatta il colpo di fulmine: come in ogni commedia romantica che si rispetti, i due si conoscono per caso, si piacciono, aspettano a lungo il momento giusto (e concesso dai Dpcm) per incontrarsi in un bar davanti a un caffè e nel giro di pochi giorni è amore. In giugno fanno già coppia fissa. In agosto lui le fa la proposta. Il prossimo 19 giugno Elena Benvenuti e Christian Cattaruzza saranno marito e moglie. «Effettivamente è una storia da film – racconta la futura sposa – e ancora oggi non mi capacito di come sia successo. Non cercavo un compagno e facevo una vita normale, tra i turni in ospedale e le uscite con gli amici: aperitivi, cene, gite. Ero abituata a vedere molte persone, eppure l’incontro giusto non era ancora successo. È successo sul balcone di casa».
La Verona dei Romeo e Giulietta nostrani in realtà è San Sabba, dove i due vivono a pochi metri di distanza l’uno dall’altra. Abitano in due condomini diversi in via Puccini, separati da un solo numero civico, ma sono dirimpettai: le loro terrazzine al quarto piano si guardano e quasi si sfiorano.
Prima del ciclone Covid non si conoscevano. Manco un saluto, un cenno, un sorriso. Nulla. Eppure abitavano lì da un po’: lui da quattro anni, lei da due. Poi l’arrivo della pandemia e della quarantena, la necessità e il piacere di trascorrere il tempo libero in terrazza, godendo dei primi tepori primaverili. «Non potendo uscire – racconta Elena – ho iniziato a passare molto tempo sul balcone, che fino a quel momento avevo utilizzato pochissimo. Ho cominciato con qualche piccolo lavoretto, un po’ di aria fresca, la tintarella con il sole primaverile, e mi sono accorta di avere un dirimpettaio che faceva lo stesso. Non lo avevo notato prima, non ci eravamo mai incrociati, abitando in due condomini diversi e avendo ritmi di vita differenti, io con i turni in corsia, lui sempre in ufficio o fuori a fare sport. Ma con il lockdown tutto è cambiato: Christian ha dovuto iniziare a fare smart working e ci siamo ritrovati spesso in casa nelle stesse ore, soprattutto nei weekend. Da lì i primi saluti di cortesia, poi qualche scambio di battute e poi vere e proprie chiacchierate da un balcone all’altro. Ci siamo conosciuti così, giorno dopo giorno: parlare da una terrazza all’altra era diventato un appuntamento fisso, che cercavamo volentieri entrambi, e siamo andati avanti per due mesi. Poi ci siamo scambiati i numeri di telefono e, non appena finito il lockdown, in maggio, siamo usciti per un primo, tradizionale, appuntamento davanti a un caffè. Da lì è iniziato tutto. Nel giro di poche settimane siamo andati a vivere insieme, tra gli sguardi divertiti e affettuosi degli altri condomini. In realtà - scherza Elena - viviamo un po’ di qua e un po’ di là, a seconda dei momenti, non siamo troppo distanti...».
Ora non resta che aspettare il 19 giugno, giorno delle nozze, nella chiesa della Beata Vergine del Rosario. Un altare addobbato, un bouquet, un abito color champagne. Auguri.—
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