Electrolux, l’azienda lascia il tavolo della trattativa

A Mestre i rappresentanti del colosso svedese si ritrovano davanti un fronte sindacale spaccato: «Senza interlocutori uniti noi ce ne andiamo». La vertenza si blocca, tornano tutte le incognite sui 4 stabilimenti italiani

Si complica la vertenza Electrolux. Ritenendo inutile continuare a parlare con un fronte sindacale spaccato, l’azienda ha deciso, unilateralmente, di rompere le trattative in corso a Mestre all’hotel Quid (nella foto). La discussione era incentrata sul tentativo di salvataggio dei quattro stabilimenti italiani del colosso svedese.

La decisione dei rappresentanti datoriali è stata presa dopo un’intera giornata di trattative in cui - a fronte della disponibilità del Gruppo di trattare il mantenimento in Italia anzichè in Est Europa, delle quattro unità produttive - è venuto meno un accordo congiunto da parte dei sindacati che partecipavano sedevano alo stesso tavolo.

A determinare la rottura, quasi paradossalmente, è la posizione della Fiom-Cgil che con i suoi rappresentanti - riferiscono anche fonti aziendali - si è mostrata disponibile al taglio di una serie di benefit che andrebbero a incidere sui salari per 250 euro l’anno ad addetto. Proprio il tema stipendi era la voce esclusa a priori dalla trattativa, e per questo la Uilm ha chiesto il “rispetto delle regole”, mentre la Fim-Cisl, pur preoccupata, si è attestata su una posizione d'attesa.

In serata, visto il perdurare delle dificioni della controparte, l’azienda ha deciso di lasciare il tavolo.

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