Gorizia, è morta la “prof” Coderani: aveva compiuto 101 anni
È stata un punto di riferimento per generazioni di studenti. Docente di lettere, ha guidato come preside l’Istituto delle Orsoline

Da poco aveva tagliato lo straordinario traguardo dei 101 anni di età, ed è stata per tutta una lunga carriera di docente un autentico punto di riferimento per generazioni di goriziani. Parliamo di Elda Bonardo Coderani, volto conosciuto e stimato in città il cui sorriso si è spento sabato al San Giovanni di Dio.
Era nata il 21 gennaio 1924 a Firenze, crescendo però in Libia (tra Tripoli, Zuara e Nalut), dove il padre operava quale ufficiale dell’esercito italiano. Fin dalla più tenera età la sete di sapere, apprendere e scoprire l’ha animata. A soli 5 anni, non potendo ancora frequentare la scuola, chiese di poter essere seguita a casa da una maestra, e così l'anno successivo si potè presentare già in terza elementare, un anno avanti i suoi amici. Rientrata in Italia, Elda ha vissuto prima a Bologna, e poi sempre al seguito della famiglia è arrivata a Gorizia, dove avrebbe passato il resto ella sua vita.
Ha studiato al ginnasio e al classico “Dante Alighieri” di viale XX Settembre, e pur amando molto la matematica, decise di approfondire all’Università di Padova gli studi in lettere classiche. L’arrivo della Seconda guerra mondiale interruppe il suo percorso (facendole vivere anche un’intensa esperienza da Crocerossina), per poi farlo riprendere a Trieste, dove Elda si laureò con una tesi sulle lapidi paleocristiane di Aquileia.
Ecco allora che quell’amore per lo studio e l’insegnamento potevano sfociare nella vocazione della donna, docente di lettere all’Avviamento a Farra, poi allo scientifico di Gorizia, e poi ancora alla scuola media “Virgilio”. Al “Duca degli Abruzzi” sarebbe tornata in seguito, per restarvi fino al 1989, alla fine della sua carriera lavorativa, con la quale però non si placò il suo desiderio di insegnare: prestò opera all’istituto delle Orsoline, prima come professoressa e poi come preside, entrando in seguito anche nel direttivo dell’Unitre, impegnandosi nell’organizzazione della didattica.
L’ha fatto finché ne ha avuto le forze, dedicandosi poi con lo stesso amore alla famiglia. Non più al caro marito Giuseppe, sposato nel 1959 e prematuramente scomparso nel 1975, ma al figlio Giangiacomo e ai tre nipoti, supportandoli nei loro studi in matematica e in latino, e “viziandoli” con i manicaretti che sapeva sfornare quotidianamente. Negli ultimi anni, dopo aver “dato” per una vita, si è meritata le coccole dei suoi cari e di una premurosa badante. Che non dimenticheranno la mamma, nonna e professoressa Elda, grande donna di cultura. Data dei funerali da fissare.
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