Egitto, condannata la moglie di un consulente dei Regeni
IL CAIRO Un'attivista per i diritti civili egiziana, moglie di uno dei consulenti della famiglia Regeni al Cairo, è stata condannata oggi sabato 29 settembre in primo grado a due anni di reclusione per offese a un'istituzione bancaria e allo Stato egiziano attraverso due video su Facebook. La pena è stata sospesa su cauzione ma la donna, Amal Fathy, resta in carcere. Vi era entrata a maggio perché sotto inchiesta anche per attività eversive legate ai Fratelli musulmani, messi al bando in Egitto come terroristi.
La condanna per ingiurie a dipendenti della banca egiziana Misr e per la pubblicazione di informazioni false è stata accompagnata da una multa di quasi 500 euro; scontato il ricorso in appello. In un video di 12 minuti Amal, consorte di Mohamed Lotfy, direttore esecutivo dell'ong «Ecfr», con parole spesso irripetibili si era lamentata del servizio scadente offertole dalla banca e aveva sostenuto di essere stata molestata. La donna aveva inveito anche contro le condizioni di vita in Egitto e denunciato molestie sessuali anche di un tassista.
Amnesty International, di cui Lotfy è stato un ricercatore, ha definito la sentenza «scandalosa» e «un affronto al diritto della libertà di espressione». Amal sarebbe stata condannata semplicemente «per il proprio coraggio di pronunciarsi apertamente contro le molestie sessuali», piaga diffusa in Egitto come attestano studi anche dell'Onu. L'organizzazione non accenna all'ipotesi che il caso giudiziario sia un mezzo di pressione sulla ong (la «Commissione egiziana per i diritti e le libertà») per il suo ruolo nelle indagini sulla tortura a morte del ricercatore di Fiumicello. Il nesso invece era stato evocato dalla legale della famiglia di Giulio Regeni, Alessandra Ballerini, quando il mese scorso ha sostenuto che «Amal sta pagando un prezzo altissimo solo perché è la moglie del nostro consulente».
La famiglia Regeni ha anche almeno un altro consulente ancora di maggior spicco (Ahmed Abdallah, il presidente di Ecfr) e i corrispondenti legali sono due altri avvocati dell'ong. Che il caso però sia «importante» a causa della parentela con Lotfy è stato peraltro sottolineato anche dal presidente della Camera, Roberto Fico, che nella sua recente visita a Cairo ha detto di averne parlato al capo di Stato egiziano, Abdel Fattah Al Sisi.
Nei mesi scorsi la madre di Giulio, Paola Deffendi, e l'avvocato Ballerini avevano anche lanciato uno sciopero della fame a staffetta per far liberare Amal, che aveva ricevuto adesioni in tutta Italia.
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