Effetto zona rossa a Trieste, Barcola diventa la riviera "fantasma"

Nei locali solo 20 scontrini al giorno nonostante le giornate assolate
Lasorte Trieste 18/03/21 - Barcola, Bar senza clienti
Lasorte Trieste 18/03/21 - Barcola, Bar senza clienti

TRIESTE Barcola fantasma. Nonostante le giornate soleggiate. Affari ridotti al lumicino per i locali della zona, con una media di 20 consumazioni al giorno, ovviamente solo per asporto. È l’effetto zona rossa, che riduce il numero di clienti, residenti per lo più, oltre a ciclisti di passaggio, unici sportivi a potersi allontanare da casa senza rischiare sanzioni. Ma i bar restano aperti ugualmente, e c’è anche chi, come il giovane Enea Pipolo, ha inaugurato da poco la nuova gestione, confidando in una ripresa quanto prima.

Ieri, nelle ore centrali, il lungomare era deserto. Nessuna fila per prendere il caffè o una pallina di gelato da portare via, come invece succedeva prima delle ultime restrizioni, quando i raggi di sole attiravano subito i triestini a passeggio. «Poche, pochissime persone – commenta Gian Andrea Pipolo, della storica e omonima gelateria –. Siamo operativi ma la gente manca». Stesse considerazioni più avanti, al Pane Quotidiano, dove all’interno riferiscono di una scarsa affluenza, così come al California Inn, dove dietro al bancone c’è il responsabile, Miguel Jerez: «Registriamo una ventina di clienti al giorno – spiega –. Prima della zona rossa invece si lavorava bene, adesso arriva solo qualcuno di passaggio e anche alcuni affezionati dal centro città, sempre per qualcosa da asporto, ma temono controlli e sanzioni. È questa la preoccupazione più grande, legata alle limitazioni che riguardano gli spostamenti».

Pochi anche i runner nei dintorni, mentre all’interno della pineta l’area fitness ieri mostrava un gruppetto di sportivi intenti a utilizzare le attrezzature. E nel blocco quasi totale degli affari per la ristorazione, c’è chi guarda con ottimismo al futuro, all’uscita dalla zona rossa. È Enea Pipolo, 19 anni, quarta generazione della famiglia che per tradizione a Trieste si occupa di bar e gelaterie, che dal suo Ottavo Nano si prepara ad accogliere i clienti appena sarà possibile farlo nuovamente. «Intanto sono aperto, anche se al massimo ho registrato 20 persone al giorno. Il locale è gestito dalla mia famiglia da dieci anni, ma ho deciso di impegnarmi per portarlo avanti in prima persona, anche con alcune novità, e così ho aperto il primo giorno di marzo. Sono cresciuto nell’azienda, quando ero piccolo la mia culla era vicino al reparto torte. E così voglio continuare con la tradizione. Lo scorso anno – racconta – avrei dovuto prendere in mano il nostro bar di viale XX settembre, poi mio padre si preparava a tornare a Barcola e così ho deciso di iniziare da qui, per cominciare con un po’ di esperienza sul campo, soprattutto per fare gavetta con i fornitori, con la burocrazia e con le altre pratiche necessarie a mandare avanti un locale».

Ed Enea mostra con orgoglio i nuovi menù realizzati da poco. «Ho deciso di puntare pure sui drink – sottolinea – anche se il gelato non mancherà mai. Ma voglio dare una nuova impronta e nei pochi giorni di marzo in cui ho potuto accogliere i clienti all’interno, ho registrato subito un buon successo. Speriamo – conclude – di uscire presto dalla zona rossa e di poter riprendere la vita normale. Di sicuro, in questa nuova avventura, ci metterò l’entusiasmo e la passione che da sempre contraddistinguono la mia famiglia». —

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