Effetto Milleproroghe, A4 a rischio e in arrivo tasse sulle calamità
Un emendamento del Milleproroghe prevede che gli atti della Protezione civile passino al vaglio di governo e Corte dei conti. Ciriani: «Così si blocca l'opera»
TRIESTE La paralisi dei cantieri per la terza corsia. E ancora tasse più alte e benzina più cara. Il Milleproroghe, tra le sue numerose pieghe, nasconde uno scenario da incubo per il Friuli Venezia Giulia. Luca Ciriani, il vicepresidente della Regione, ha fatto scattare l'allarme ieri in giunta e martedì, a Roma, parteciperà a una riunione straordinaria della Conferenza Stato-Regioni con il primo obiettivo di fare chiarezza. Sul Milleproroghe il governo ha posto la fiducia. E piazzato qualche blitz. Ad accorgersene per prima è stata la Ragione Marche.
Colpita da una forte alluvione, si è vista rispondere da Roma: provvedi da sola. Nel decreto, infatti, oltre che in una circolare applicativa firmata da Silvio Berlusconi, si rende noto che lo Stato non contribuirà più al superamento delle situazioni da catastrofe naturale, forti piogge o terremoti che siano. Le Regioni? Si arrangino. Per recuperare le risorse necessarie all'emergenza e alla ricostruzione, suggerisce lo Stato, le autonomie locali dovranno provvedere con le proprie casse, con una rigida sequenza di misure, una sorta di "tassa sulle disgrazie", tra cui una manovra di bilancio, l'incremento delle addizionali Irap e Irpef e, infine, il rialzo del costo della benzina. Solo dopo l'attuazione di queste misure sarà possibile attingere al Fondo nazionale della Protezione civile. Un Fondo, osserva Ciriani, «che oggi come oggi è ridotto a zero».
Il danno e la beffa. Ma c'è pure altro. Un passaggio che crea ulteriore preoccupazione per una Regione impegnata nella realizzazione di un'opera chiave come la terza corsia della A4. Sempre sulla base del Milleproroghe, frutto di un emendamento del Pdl, le ordinanze della Protezione civile ricadranno d'ora in poi sotto il controllo di ministero e Corte dei conti, pure nelle gestioni commissariali. In sostanza ogni atto della Protezione civile, di natura finanziaria o meno, dovrà essere subordinato a un visto delle Finanze e a uno della magistratura contabile. «Un paradosso inaccettabile - commenta Ciriani - che farebbe del commissariamento per la terza corsia un boomerang per il Friuli Venezia Giulia».
Anziché ridurre i tempi della burocrazia, infatti, le nuove regole di fatto bloccherebbero l'attività dei cantieri. Senza dimenticare che, in regione, anche la laguna di Grado e Marano è commissariata. L'intervento di Tremonti mira evidentemente a contenere il riscontrato abuso dello strumento dell'ordinanza che rischia di mettere fuori controllo le spese. Ma Ciriani osserva: «È una reazione che comprendiamo ma che risulta spropositata: come è pensabile che ogni atto, pure in regime commissariale, debba passare obbligatoriamente una trafila inevitabilmente lunga quando si tratterebbe invece di accorciare i tempi?». Un doppio fulmine a ciel sereno cui la Regione cerca di reagire in fretta. «Dobbiamo innanzitutto capire come le norme vanno interpretate - spiega Ciriani, che in Conferenza Stato-Regioni si presenterà pure nel ruolo di coordinatore nazionale della Protezione civile -. A quel punto decideremo come reagire».
Gian Mario Spacca, presidente delle Marche, si è intanto già mosso. Ha inviato una lettera al premier Berlusconi, in particolare sulla "tassa sulle disgrazie". «Non siamo in condizione di farci carico di una manovra di bilancio - ha premesso -. L'impostazione della circolare del presidente del Consiglio risulta profondamente ingiusta verso comunità gravemente colpite da eventi calamitosi, in quanto farebbe venir meno i principi di solidarietà, comune responsabilità ed equità di trattamento». Le Regioni sono pronte alla battaglia. Anche il capo del dipartimento nazionale di Protezione civile Franco Gabrielli contesta: «La rivisitazione delle norme contenuta nel Milleproroghe affonderà la Protezione civile come il Titanic».
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