Effetto coronavirus su Generali: le svalutazioni attaccano l’utile
MILANO Le svalutazioni legate allo scoppio della pandemia di coronavirus pesano sulla trimestrale di Generali, che in ogni caso a livello di solidità patrimoniale e di risultato operativo conferma la bontà del suo modello di business. Un buon viatico per i prossimi mesi, quando il gruppo triestino si troverà a fare i conti con un contesto macro incerto.
Tra gennaio e marzo il gruppo triestino ha registrato premi lordi per 19,16 miliardi di euro, dato sostanzialmente in linea con il medesimo periodo dello scorso anno (+0,3%), ma con sensibili differenze tra i due rami. Il vita (12,32 miliardi) ha ceduto l’1,6%, mentre il comparto danni è salito del 4% nel confronto annuo arrivando a quota 6,84 miliardi di premi; e il combined ratio (cioè il rapporto tra il costo dei sinistri e le spese di gestione dei premi) è sceso di due punti all’89,5%, grazie anche al fatto che nel mese di marzo vi è stato un crollo della mobilità e quindi degli incidenti.
Quanto agli altri indicatori, il risultato operativo è salito del 7,7% a 1,45 miliardi, mentre l’impatto della crisi che si è fatto invece sentire pesantemente sull’utile netto di pertinenza, crollato dell’84,8% a 113 milioni (dai 744 del primo trimestre 2019). Quest’ultima voce ha risentito di importanti svalutazioni, tra le quali 655 milioni su investimenti (titoli contabilizzati come disponibili per la vendita), data la situazione dei mercati finanziari impattati dal diffondersi a livello globale del Covid-19, e 100 milioni per il fondo straordinario istituito dal gruppo allo scopo di fronteggiare le difficoltà delle comunità in cui opera.
Non è escluso che nelle prossime comunicazioni sui conti lo scenario si presenti ben diverso, dato che ad aprile i mercati finanziari hanno registrato un rimbalzo e nelle ultime settimane si assiste a una stabilizzazione. La strategia seguita negli ultimi anni di puntare su una terza gamba del business, quella dell’asset management, si rivela vincente in questo scenario, tanto che il comparto apporta 93 milioni (il 32% in più rispetto al primo trimestre 2019) grazie anche al consolidamento delle nuove boutique. Intanto, si legge in una nota, Generali grazie al business mix e alla diversificazione «prevede che il proprio risultato operativo sia resiliente nel 2020, sebbene in probabile flessione rispetto al 2019». In Borsa il titolo ha chiuso la seduta in calo del 3,3%, a 11,90 euro, con il mercato che ha guardato all’utile netto, inferiore rispetto alle previsioni della viglia, piuttosto che ai risultati operativi migliori delle attese.
Per Barclays, nel breve termine i risultati del gruppo sono correttamente protetti dal focus del gruppo sul retail, ma potenzialmente nel medio orizzonte potrebbero soffrire della limitata crescita in Italia, delle basse fee, del contenuto potere di prezzo e dalle svalutazioni. Per Kepler Cheuvreux, che ha espresso la raccomandazione “hold” (cioè tenere in portafoglio) sul titolo, con un prezzo obiettivo a 14,4 euro, dai conti trimestrale è emersa «una forte performance operativa nel danni», con un risultato del 15% sopra il consenso anche grazie al ratio delle richieste di risarcimenti molto basso quest’anno. Il Solvency Ratio (indicatore della solidità patrimoniale) al 19 maggio è sceso intorno al 190%, rispetto al 200% di inizio mese, mantenendosi comunque su un livello elevato.
Dal management del Leone si mostrano ottimisti, pur prendendo atto delle difficoltà del momento. «I primi tre mesi dell’anno evidenziano una buona performance operativa e confermano la solidità patrimoniale del gruppo», ha sottolineato il direttore finanziario Cristiano Borean. Interrogato dagli analisti sui target 2021, il general manager del gruppo assicurativo Frédéric De Courtois ha spiegato che Generali farà «un investor day a novembre quando saremo in grado di fornire un aggiornamento sullo stato di avanzamento del nostro piano e sugli obiettivi». Intanto dal gruppo assicurano che l’attenzione alla remunerazione degli azionisti resta prioritaria. Quanto al pagamento della seconda tranche del dividendo 2019, prevista in autunno, Borean ha ricordato che la decisione arriverà alla luce dell’evoluzione del business al 30 settembre. —
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