Educazione civica, prova di forza tra l’assessore e il super manager
TRIESTE L’educazione civica fa bisticciare l’assessore all’Istruzione Angela Brandi e il segretario generale Santi Terranova. Il casus belli è la campagna “educazione alla cittadinanza” dell’Anci, a cui il Comune di Trieste ha aderito, e per cui Brandi voleva organizzare dei banchetti per la raccolta di firme. Peccato che il segretario abbia imposto il net dell’apparato.
La scena si è consumata lunedì scorso nella riunione di giunta. “Educazione alla cittadinanza” è un’iniziativa dell’Associazione dei Comuni italiani: l’obiettivo è raccogliere le 50 mila firme necessarie per una proposta di legge popolare che introduca l’insegnamento dell’educazione civica come materia autonoma.
L’Anci ha chiesto a tutti gli aderenti di organizzare delle giornate di sensibilizzazione e di raccolta di firme fra l’8 e il 20 di ottobre. Gli uffici comunali sono sempre aperti per la raccolta di firme, ma Brandi pensava di organizzare dei banchetti per i giorni 18 e 19 ottobre, per raccogliere un numero maggiore di sottoscrizioni.
Un’idea che ha incontrato la contrarietà di Terranova: il segretario si è opposto all’idea che i dipendenti comunali possano uscire dalle loro sedi per lavorare in esterna. Trovando poco appoggio nella giunta, come spiegano fonti di maggioranza, la stessa Brandi ha dovuto fare dietrofront. Un classico caso di contrasto fra macchina e guida politica, in cui è la seconda a soccombere.
L’assessore è colto di sorpresa dalla diffusione della notizia, ma commenta: «La differenza di vedute c’è ma non mi pare l’aspetto fondamentale – dice –, più importante è la campagna per l’educazione alla cittadinanza». I banchetti, prosegue, si faranno comunque in quei giorni (vedi box a parte), soltanto che ad autenticare le firme ci saranno assessori e consiglieri comunali: «Certo, la presenza dei dipendenti avrebbe consentito un taglio meno “politico” all’iniziativa – riflette Brandi –. Ma l’importante è raccogliere le firme».
La campagna ha avuto inizio lo scorso 14 giugno, con la presentazione della proposta da parte dei Comuni alla Cassazione. L’obiettivo? Un’ora settimanale di educazione alla cittadinanza, come disciplina autonoma con propria valutazione. Gli obiettivi specifici di apprendimento dovranno necessariamente comprendere, nel corso degli anni, lo studio della Costituzione, elementi di educazione civica, lo studio delle istituzioni dello Stato italiano e dell’Unione Europea, diritti umani, educazione digitale, educazione ambientale, elementi fondamentali di diritto, legalità. Conclude Brandi: «Il rispetto delle regole e l’informazione sui diritti e i doveri deve essere un patrimonio di tutti e va fornito dalla prima elementare. Questo affinché i bambini di oggi diventino buoni cittadini di domani». –
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