Editori di se stessi grazie al web. Da Trieste il social per scrittori

TRIESTE. Ci si può sbizzarrire con commenti e “like”, seguire una storia e dare pure qualche dritta all’autore. Ma in questo caso i protagonisti non sono selfie e foto di piatti, spiagge e feste in compagnia, bensì le parole: romanzi, racconti, diari e memorie di famiglia, che ognuno può pubblicare liberamente online, mettendoli a disposizione del web per sempre.
È questa la filosofia di Kepown, social network per scrittori made in Trieste, che permette a chiunque di essere editore di se stesso, di raccontare e raccontarsi.
In un mondo digitale sempre più estemporaneo e proiettato verso il presente, questa nuova piattaforma internazionale, che ha mosso i primi passi online lo scorso ottobre, punta a raccogliere, conservare e tramandare alle future generazioni frammenti di passato che, altrimenti, andrebbero perduti.
Al punto che più di qualche realtà nota, come l’Unione degli Istriani ad esempio, ha deciso di avviare una collaborazione con il portale per costruire una sorta di diario collettivo che contenga e fissi per sempre le storie e le memorie di tante persone, in molti casi anziane, che rischiano di essere perse per sempre.
Oltre a queste voci ci sono poi ovviamente quelle di tanti aspiranti romanzieri, che spesso non riescono a trovare un editore, e che qui possono dare vita, capitolo dopo capitolo, alla propria opera, anche scrivendola in progress e modificandola, mettendola a disposizione di chiunque voglia leggerla, commentarla e contribuire alla sua realizzazione.
Ideatrice di questo pianeta social per scrittori, disponibile in versione italiana e inglese, è Elisabetta de Dominis, giornalista e imprenditrice. De Dominis è presidente della società che gestisce il sito, la “Ad Futuram Memoriam”, con sede legale a Gorizia e quella operativa a Trieste, di cui Uberto Fortuna Drossi è amministratore delegato. Oltre a loro, un team di sei giovani collaboratori esperti in gestione e comunicazione digitale, diretto da Giorgio Giustizieri.
«La nostra è una grande scommessa - spiega de Dominis - che punta a utilizzare la scrittura per fissare la memoria, conservando così la nostra cultura e identità. Raccogliamo nuovi contributi di scrittura ogni giorno, da ogni parte del mondo, e stiamo lavorando anche a una versione della piattaforma in francese e in spagnolo. Tra le caratteristiche che rendono questo social unico al mondo - aggiunge - il sistema georeferenziale gps dei luoghi dove sono ambienti i kebook, che permette di rintracciare il luogo e il periodo storico in cui è ambientata la storia».
Il progetto, nato nel 2019 anche grazie a un finanziamento europeo di 100 mila euro, è stato realizzato tecnicamente dalla Ikon digital farm di Staranzano e oggi gode del supporto di 16 soci che permettono a Kepown di essere quotata due milioni di euro.
«Per il momento la piattaforma è gratuita - spiega Fortuna Drossi - e sta funzionando molto bene in diversi paesi, in America latina ad esempio. La piattaforma raccoglie circa 60 mila visite al giorno e il concorso “Io pubblico”, chiuso lo scorso 22 marzo, ha visto la partecipazione di oltre 200 scrittori. Questo sito - continua l’ad - rappresenta un nuovo paradigma editoriale, con il quale non si vuole entrare in competizione con le case editrici. Uno degli obiettivi di quest’anno è l’acquisizione di scrittori, i kewriter, per aumentare il numero delle opere, i kebook, mediante diverse iniziative, a partire dai concorsi letterari».
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