«Edilizia, dal 2008 cancellati 750 posti e quasi 170 aziende»
Non si ferma la crisi dell’edilizia a Trieste. Le ore di lavoro nel settore sul territorio provinciale, secondo i dati della Cassa edile, sono scese da 3.215.255 del 2011-2012 a 2.730.000 del 2012-2013. Sono invece in evidente aumento quelle della cassa integrazione ordinaria, dalle 312.452 del 2012-2013 alle 450mila del 2012-2013. Numeri di un quadro difficile emerso con evidenza ieri, durante un pubblico incontro sulle problematiche e le prospettive dell’edilizia organizzato dalla Fillea-Cgil. La crisi ha comportato una netta diminuzione della forza lavoro nel settore: «Negli ultimi quattro anni – ha ricordato il direttore della Cassa edile Armando Ricotta – sono stati persi circa 750 posti di lavoro nell’edilizia, vale a dire una Ferriera e mezza. Dalle 569 aziende iscritte nel 2008 alla Cassa edile oggi siamo a poco piu di 400».
Per superare queste difficoltà, il segretario della sigla sindacale Marino Romito ha detto che «bisogna creare le condizioni affinché il lavoro ci sia e poi dare i necessari incentivi, non viceversa», denunciando così scelte di governo «sulle quali siamo molto critici».
Anche il segretario provinciale Cgil Adriano Sincovich si è detto molto preoccupato: «L'ultima analisi fatta dalla Banca d'Italia sul settore costruzioni e immobiliare propone purtroppo dati inequivocabili, che dipingono una situazione drammatica. Per questo ci siamo attivati per formulare proposte». A questo proposito, Romito ha indicato le priorità da inserire nel Regolamento edilizio di competenza del Comune: «Le misure da prendere per dare impulso al settore – ha precisato – dovrebbero riguardare isolamento termico, prestazioni dei serramenti, integrazione delle fonti rinnovabili, utilizzo di tecnologie per l’efficienza energetica e contabilizzazione individuale del calore nei condomini, orientamento e schermatura degli edifici, materiale da costruzione, risparmio idrico e recupero delle acque meteoriche, isolamento acustico, permeabilità dei suoli e certificazione energetica».
I pubblici amministratori intervenuti si sono dichiarati concordi sulla necessità di superare il blocco costituito dal Patto di stabilità. «Che andrebbe tolto almeno dal settore delle scuole - ha affermato l’assessore regionale Loredana Panariti - in modo da permettere a un settore fondamentale di essere sottoposto agli indispensabili interventi di ordinaria manutenzione». L’assessore comunale ai lavori pubblici Andrea Dapretto ha parlato di «incontri a breve con la presidente della giunta regionale, Debora Serracchiani, per sollecitarla a intervenire in tutte le sedi necessarie affinché si sblocchi l’attività nell’edilizia scolastica». «Fermo restando che lo Stato potrebbe riconsiderare alcune scelte, per esempio mitigando il Patto di stabilità – ha spiegato il vicepresidente della Provincia Igor Dolenc - anche la Regione può giocare un ruolo importante. Quale politica di spesa dobbiamo mettere in campo per alimentare la crescita in grado di creare posti di lavoro dove l’aggettivo nuovi è provocatoriamente omesso? Le azioni possibili – ha concluso Dolenc – dovrebbero essere l’attuazione di politiche di tutela e di valorizzazione del paesaggio, di contenimento del consumo del suolo e di sviluppo territoriale sostenibile, coordinandole con la pianificazione territoriale e paesaggistica, semplificando al contempo gli iter di rilascio delle autorizzazioni edilizie».
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