Edifici in sicurezza: servono 177 milioni di euro
TRIESTE. Ammonta a 102 milioni di euro la spesa necessaria per adeguare la sicurezza antincendio negli edifici del Sistema sanitario regionale; e altri 75 ne serviranno sul versante antisismico. Sono queste le cifre fornite ieri dalla presidente Debora Serracchiani, che ha spiegato che la richiesta per le misure antincendio è già stata recapitata nei giorni scorsi al governo e riguarda tutte le strutture della sanità regionale: dai presidi ospedalieri ai distretti territoriali, dagli uffici amministrativi fino ai canili. Nell'elenco compaiono insomma tutti gli edifici della galassia sanitaria del Friuli Venezia Giulia e sono 69 i milioni espressamente dedicati ai presidi sanitari: una somma che non riguarda però i tre ospedali hub di Trieste, Udine e Pordenone, oggetto di ampi interventi di ristrutturazione o di costruzione ex novo, che già comprendono la prevenzione antincendio e antisismica.
L'annuncio è stato dato al consiglio regionale da Serracchiani che, dopo aver relazionato sugli interventi svolti dalla Protezione civile regionale nelle aree terremotate, ha spostato il focus sulla sicurezza degli edifici pubblici in Fvg. L'attenzione è ora concentrata appunto sulle difese antincendio, oggetto di un piano nazionale dedicato alla sanità, al cui interno Roma deciderà in che proporzione accontentare la richiesta della Regione: a ora risultano stanziati solo 1,8 milioni, cioè meno del 5% del fabbisogno evidenziatosi dopo un lavoro di mappatura durato mesi. La presidente ha assicurato comunque che anche «le verifiche sismiche relative alle strutture ospedaliere sono state completate nella quasi totalità». In questo caso, la Regione fa riferimento al piano nazionale da un miliardo avviato dalla Protezione civile dopo il terremoto in Abruzzo e finalizzato alla prevenzione antisismica negli edifici pubblici con analisi del territorio e interventi strutturali di varia entità. Il Fvg ha beneficiato finora di 27,5 milioni, di cui 7 per interventi sull'edilizia scolastica: risorse statali cui si sommano quelle regionali, stanziate nell'ultima manovra d'assestamento, che ha garantito un milione per interventi antisismici urgenti nelle scuole e 800mila euro per indagini sul rischio sismico condotte dai Comuni sul proprio patrimonio edilizio.
Serracchiani ha preso infine un impegno sugli edifici scolastici: «Stiamo mappando ogni singolo istituto e c'è molto da sistemare. La situazione sarà chiara dopo il passaggio di competenze dalle Province alla Regione: fra qualche mese potremo rendere nota la situazione delle scuole in tutto il Fvg». La presidente rivendica ad ogni modo un quadro migliore che altrove: «Sul rischio sismico siamo messi meglio di altre aree del paese, soprattutto nelle zone colpite dal terremoto del 1976. Fvg, Val d'Aosta e Molise sono le uniche regioni a possedere un piano di sicurezza per ciascun comune: la media nazionale è del 70%».
Rispetto alla prevenzione antisismica in ambito sanitario, Serracchiani ha riconosciuto che «il percorso per l'adeguamento delle strutture ospedaliere risulta lungo e complesso». I tre hub regionali hanno comunque la strada segnata e risorse già disponibili: 150 milioni per costruire il nuovo ospedale di Pordenone, 140 per la riqualificazione di Cattinara e la realizzazione del nuovo Burlo, 90 per il terzo e quarto IV lotto del nuovo ospedale di Udine e per il restauro di alcuni padiglioni di quello esistente. Quanto alle strutture minori, cosiddette “spoke”, le richieste già formalizzate valgono 26 milioni e le risorse ulteriormente necessarie sono stimate in 49 milioni: 75 in tutto, da sommare al già avvenuto stanziamento di 62 milioni, di cui 22 in corso di utilizzo. Se l'ospedale di Gorizia è garantito dal rischio sismico e così pure buona parte di quelli di Monfalcone, Palmanova e Spilimbergo, si sono spesi o si spenderanno 36 milioni per le opere di completamento di Latisana, 20 per quelle di Tolmezzo, 16 a San Daniele e 9 a San Vito al Tagliamento. Già concluso l'adeguamento del Cro di Aviano.
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