Edifici abbandonati a Trieste: superficie uguale a 13 campi di calcio

Il gruppo ManifeTso2020 ha mappato le “rovine” in un sito che ne descrive misure, stato e anche i servizi circostanti. Si tratta di immobili pubblici e privati
Di Gabriella Ziani
Lasorte Trieste 29/08/11 - Via S.Francesco, Palazzo CRI
Lasorte Trieste 29/08/11 - Via S.Francesco, Palazzo CRI

Settecento edifici, ma forse anche di più, condividono a Trieste la stessa sorte: sottoutilizzati, abbandonati, in rovina. In superficie fanno 89.847 metri quadrati. L’equivalente di 13 campi di calcio disabitati e in degrado. E senza contare Porto vecchio, l’emblema.

Sono edifici pubblici e privati. Ci sono le caserme di via Rossetti (13.437 metri quadrati), e la Charlie di Longera (2890), parte dell’ex Gregoretti del parco di San Giovanni (1132), la ex Casa Serena del Comune, l’ex Istituto Talassografico e di mineralogia di via Romolo Gessi (3 piani e 67 vani), il problematico edificio di via Cologna della Provincia, l’abbandonatissimo ex Poliambulatorio di via San Francesco.

Alla voce “sottoutilizzati” la densità in centro storico è tale da farne “zona rossa” per intero. Di questo patrimonio il gruppo di giovani architetti di ManifeTso2020, assieme a Salone Gamma e Studio Iknoki ha mappato nell’arco di due anni 396 edifici con dati catastali, proprietà, percentuale di degrado, presenza o meno di vincoli, galleria fotografica. E ha creato un sito web di facilissima consultazione e accessibile con qualsiasi strumento informatico, completo di agganci a Twitter e Facebook, per scoprire pezzo a pezzo questo patrimonio di “scarti” talora nobili. Si trova su www.pso-trieste.eu.

Scopo finale dell’operazione: far incontrare chi ha il bene in disuso e chi potrebbe restaurarlo e farlo rivivere. In linea con la regola del nuovo Piano regolatore: non più consumo di suolo, ma restauro della città esistente. Con quali soldi? Da vedere. Ma costruttori e architetti sono felicissimi.

Per ogni edificio la vetrina di sinistra del sito consente di aprire notizie sul tessuto urbano circostante, una guida utile per immaginare la sua futura destinazione. “Clic”, e la mappa si riempie di informazioni sui trasporti in zona, o sulla presenza di ogni serie di struttura alberghiera, di piste ciclabili, scuole, occasioni di tempo libero, ricreatori, industrie, negozi, centri commerciali.

Con il nuovo sito debutta la creativa idea di “Spazi opportunità”, progetto che spinge al riuso dell’esistente. I giovani architetti sono stati già premiati dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli architetti. Il sito (che sarà in continua evoluzione) è stato presentato ieri al Magazzino delle idee dalla Provincia e dalla Fondazione CrTrieste che due anni fa hanno molto creduto in questa proposta di Marco Barbariol e Marco Svara (ManifeTso2020) e dei loro partner. «Abbiamo bisogno di intelligenze e di imprenditoria giovanile - ha detto la presidente Maria Teresa Bassa Poropat -, e la rigenerazione urbana ha una grossa valenza culturale, così come è importante la partnership tra privati e pubblica amministrazione». Entusiasta Massimo Paniccia, presidente della Fondazione CRTrieste che finanzia: «È nel mio Dna fin da ragazzo la cultura della manutenzione e della conservazione - ha osservato -, un popolo che non ce l’ha è già in decadenza. Questi giovani in me hanno trovato una porta spalancata. Il nostro paese è pieno di innovazione: il problema è che non sappiamo gestirla. Inoltre l’obiettivo è riqualificare gli edifici mappati, anche per dare casa alle fasce più deboli della popolazione».

Marco Barbariol, il presidente di ManifeTso2020, ha raccontato della caccia strada per strada alla città «delle saracinesche chiuse», delle «rovine che sarebbe meglio abbattere». «Ora ci sono - ha concluso - le cartelle cliniche degli edifici abbandonati, noi le doniamo a chi crede in Trieste». Divertitevi a scoprirle.

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