Ecco Ulisse, il computer delle meraviglie

Presentato il supercalcolatore nato da un progetto di Sissa e Ictp: è capace di 100mila miliardi di operazioni al secondo
La scatola nera dentro la quale è al lavoro "Ulisse" (Silvano)
La scatola nera dentro la quale è al lavoro "Ulisse" (Silvano)

Si chiama Ulisse ed è il nuovo supercomputer ad alte prestazioni nato da un progetto realizzato dalla Sissa in virtù di un accordo con il Centro internazionale di fisica teorica (Ictp), la cui presentazione ufficiale si è tenuta ieri nello storico “quartier generale” di Miramare, nell'ambito dell'anteprima della terza edizione di TriesteNext. Si tratta di uno dei supercalcolatori più potenti d'Italia, venti volte superiore a quello già in uso alla Sissa: è capace di compiere 100mila miliardi di operazioni al secondo. Ulisse sarà rivolto alla ricerca scientifica e alle applicazioni tecnologiche in ambito industriale e scientifico.

«Una grande risorsa che per noi è motivo di orgoglio» - ha affermato Guido Martinelli, direttore della Sissa -. «Il nome Ulisse sta a significare che per la ricerca non esiste un capolinea, ma solo nuovi traguardi da raggiungere: uno strumento che apre nuovi orizzonti e cambia le prospettive attuali, oltre a diventare una preziosa risorsa per le aziende del territorio». Concetti ripresi da Fernando Quevedo, direttore dell’Ictp, che ha sottolineato la rilevanza del supercomputer anche «nella formazione dei ricercatori in un ambito nuovo che necessita di figure particolarmente specializzate, oltre che nelle opportunità offerte alle imprese». Proprio l’esigenza di uno stretto collegamento tra il mondo della ricerca e quello dell'industria è stata focalizzata negli interventi delle autorità presenti, tra cui gli assessori comunale Antonella Grim e provinciale Mariella Magistri De Francesco; e Sergio Razeto, presidente di Confindustria Trieste, secondo cui «i due anelli della catena vanno avvicinati: l'industria ha bisogno della ricerca e dell'innovazione per sopravvivere e per riprendersi le quote di mercato che sono state perse».

Sono diverse le applicazioni tecnologiche e industriali del supercalcolatore: dalla simulazione dei cambiamenti climatici allo studio della fluidodinamica computazionale (le varie problematiche che coinvolgono l'azione di fluidi) per la realizzazione di aerei, veicoli e navi sempre più efficienti, fino alla medicina (in particolare la ricerca genomica, che passa attraverso l'analisi del dna del paziente e che porta alla personalizzazione delle cure mediche).

Il complesso procedimento dei calcoli scientifici e le rispettive applicazioni sono stati illustrati da Alfio Quarteroni della Scuola Politecnica di Losanna, che ha parlato delle sfide della scienza e delle opportunità per le imprese; e da Filippo Giorgi, direttore della Sezione Fisica del Sistema Terra Ictp, che ha descritto il ruolo del Centro di supercalcolo nella ricerca sul clima. «Il sistema climatico terrestre è tra i più complessi in natura e la complessità dei suoi modelli cresce continuamente» - ha spiegato Giorgi -. «Tutto questo richiede grandi risorse di calcolo: le difficoltà sono dunque essenzialmente legate alla variabile dell'incertezza che richiede un numero elevato di simulazioni, ma allo stesso tempo alla complessa gestione degli enormi database che vengono prodotti».

Ma la tecnologia più avanzata ha bisogno parallelamente di una nuova generazione di specialisti che devono essere adeguatamente formati: proprio per questo è stato istituito un innovativo Master in high performance computing (Mhpc), vale a dire calcolo ad alte prestazioni, nato in collaborazione tra Sissa e Ictp. Come è stato spiegato dal coordinatore del corso Stefano Cozzini, sono state ben 170 le candidature presentate a fronte di 15 studenti selezionati, provenienti da tutto il mondo, tre dei quali da Paesi in via di Sviluppo. Il Master, che partirà nei prossimi giorni, durerà complessivamente più di un anno e sarà diviso in tre parti: nella prima l'obiettivo sarà quello di studiare il funzionamento del cervellone, mentre nella seconda sarà valutato l'utilizzo che ne faranno i ricercatori. Nella terza e ultima parte infine, il via all'esperienza di lavoro sul campo che culminerà in un progetto di ricerca vero e proprio.

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