«Ecco perchè si è staccato in Antartide un iceberg grande come il Molise»

TRIESTE E’ il più grande iceberg del mondo, distaccatosi la settimana scorsa dalla piattaforma di ghiaccio Ronne Ice Shelf, in Antartide. Con una superficie di 4320 chilometri quadrati, pari grossomodo alle dimensioni del Molise, il mega iceberg chiamato A-76 sta ora vagando nel mare di Weddell. A catturare le immagini è stato il satellite europeo Sentinel 1, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus gestito da Commissione europea e Agenzia spaziale europea (Esa). Questo distacco record, stando agli esperti, non è necessariamente una conseguenza diretta dei cambiamenti climatici: si tratta di un processo naturale, che il riscaldamento globale potrebbe aver accelerato.
«E’ un fenomeno che in glaciologia definiamo “calving”, un processo naturale caratteristico dei ghiacciai che terminano in mare o in uno specchio d’acqua e sgretolandosi pezzo dopo pezzo formano gli iceberg. Se ne trovano esempi anche sulle Alpi, come il ghiacciaio di Fellaria, in Lombardia. Nel caso dell’Antartide questo processo porta al distacco di iceberg anche di dimensioni gigantesche, che una volta separati dalla piattaforma di ghiaccio iniziano a vagare nelle acque circostanti», spiega Renato Colucci, docente di glaciologia all’Università di Trieste e ricercatore dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche.
Dottor Colucci, a cosa è imputabile questo fenomeno?
Si tratta di un processo naturale per le piattaforme di ghiaccio, o ice shelves. Se il calving non intervenisse a tagliare le lingue di ghiaccio, le piattaforme, alimentate dai ghiacciai che scendono verso le coste avanzando al ritmo di 500 m - 1 km all’anno, si espanderebbero all’infinito.
Dove accade più frequentemente il calving?
Il distacco di grandi porzioni di ice shelves nel mare di Weddel sembra essere correlato anche al riscaldamento globale. Diversi studi hanno evidenziato come ad esempio l’isoterma, la linea che in cartografia unisce le località con la stessa temperatura atmosferica, dei -9 gradi faccia da spartiacque: la linea dei distacchi di piattaforme avvenuti negli ultimi decenni coincide proprio con l’isoterma media annuale dei 9 gradi sotto lo zero.
Quindi il riscaldamento globale non è la causa principe del distacco di questo mega iceberg?
Non è detto che lo sia a priori, ma è indubbio che possa aver contribuito a velocizzare il fisiologico processo di calving. L’aumento della temperatura dell’aria e delle acque oceaniche è un elemento che accelera il collasso di queste strutture. In ogni caso, il problema non è tanto il fatto che una piattaforma si distacchi, ma piuttosto che non venga più sostituita da nuovo ghiaccio. Questo è il segnale che il clima è mutato.
Ora cosa accadrà a questa piattaforma gigantesca?
Andrà alla deriva per un po’, quindi inizierà a spezzarsi in frazioni più piccole seguendo le correnti, e infine, dopo anni, si dissolverà nell’acqua.
Causerà un innalzamento del livello del mare?
No, perché si tratta di ghiaccio che già prima era immerso nell’acqua. Quando l’acqua diventa solida il suo volume aumenta del 9%. Gli iceberg galleggianti sono immersi nell’acqua più o meno per il 90% del loro volume. Perciò se anche l’iceberg fondesse completamente l’effetto sul livello del mare sarebbe nullo. A fare la differenza sono invece i ghiacci continentali: se fondessero le calotte in Groenlandia e Antartide o i ghiacciai himalayani il livello degli oceani subirebbe un innalzamento.
Il fatto che questo iceberg sia il più grande mai distaccatosi è significativo?
Non dovremmo stupirci del fenomeno solo perché si tratta di una piattaforma grande: è come quando il vento abbatte un enorme albero secolare a fronte di tanti piccoli alberelli che restano in piedi.
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