Ecco l’Archivio storico digitale del Piccolo: risale all’8 luglio 1908 la cronaca dello squartatore di Roiano
TRIESTE “Pugnalata al cuore e poi squartata e decapitata”. Il 28 luglio 1908 Il Piccolo esce con questo titolo raccontando nei minimi particolari un femminicidio ante litteram accaduto a Trieste nel rione di Roiano. Una donna fatta a pezzi e raccolta in sette pacchetti avvolti nella carta del giornale (Il Piccolo, presumibilmente). A raccontare l’efferato delitto sono stati ieri i “letteraturisti” Niccolò Coscia, Alessandro Valenti, Enrica Milanese e Sofia Messina. Il lavoro, svolto pescando dalle cronache dell’Archivio storico del Piccolo, nasce nel laboratorio universitario di “narraturismo” del dipartimento di Studi umanistici coordinato da Paolo Quazzolo e Laura Pelaschiar. «Una folla immensa, quale mai si vide, si pigiava già dalle prime ore della mattina, ieri sul piazzale di S. Giusto, in attesa che si facessero le 11, l’ora dei funerali dell’infelice Fabry» attacca un letteraturista. La cronaca non disdegna il dialetto triestino. «Di bocca in bocca vola l’avviso: “Xe le nostre putele, che va al funeral”».
Tutto ha inizio la mattinata del 27 luglio con il rinvenimento all’alba di una testa mozzata. A trovare il fagotto sanguinolento fu quella mattina Vittorio Lacovich che si era alzato di buon’ora per andare a pescare le seppie sulle Rive quando scorse qualcosa nelle acque vicino al molo San Carlo (molo Audace). Nella messa in scena di ieri è toccato alla condirettrice Roberta Giani scartare la “testa” avvolta nelle pagine colorate del Piccolo odierno. All’epoca gli investigatori non faticarono molto a trovare la pista giusta: la testa era avvolta in un asciugamano, alcuni fogli di giornale e spartiti da musica. Proprio in fondo a una delle pagine musicali c’era la firma dell’assassino: Julius Födran Reichsritter von Födransperg, Roiano n. 273 (oggi vicolo delle Rose).
La polizia andò all’indirizzo e arrestò Födransperg, 48 anni, nato a Stein nella Carniola. Durante la perquisizione le guardie trovarono una cesta di vimini con sette pacchi avvolti con stoffa e carta di giornale. «Durante la detenzione dell’uomo “Ai Gesuiti” gli abitanti delle case vicine durante l’ora d’aria e lo insultavano gridando: “Taiélo a tochi! Impichélo!”», racconta il “letteraturista”. Il Piccolo seguì la vicenda a partire dal 28 luglio.
Ma chi era la vittima dello squartatore di Roiano? Si trattava di Lucienne Fabry o Fabris, nota in città anche come Luce Fabrina, 30 anni, nata in Tunisia, ma residente a Parigi. Professione: cantante e ballerina. Da alcune settimane conviveva con Födransperg, conosciuto al caffè Gambrinus di via dell’Acquedotto (ora viale XX Settembre). Il 30 marzo 1909 iniziò il processo. L’uomo confessò e il 3 aprile 1909 fu condannato a morte tramite impiccagione. La condanna capitale fu mutata in ergastolo a Capodistria con digiuno e isolamento in cella oscura il 25 luglio di ogni anno, a memoria del giorno in cui aveva compiuto l’efferato delitto
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