Ecco la stretta di Lubiana: Croazia diventa zona rossa
BELGRADO I nuovi contagi nella Croazia affollata di vacanzieri – compresi decine di migliaia di sloveni – crescono a ritmi da record. Allora la Slovenia (37 nuovi contagi) non può stare inerte a guardare e, con altissima probabilità già oggi, giovedì 20 agosto, declasserà la Croazia dalla “lista gialla” a quella rossa dei Paesi a rischio. Obbligando alla quarantena i residenti in Slovenia di ritorno dalle ferie sulle coste croate.
È lo scenario, nell’aria già da giorni, delineato ieri dal portavoce del governo sloveno, Jelko Kacin, che ha confermato che Lubiana deciderà già stasera, durante una sessione del consiglio dei ministri, nuove misure restrittive per evitare contagi d’importazione. Provvedimenti che dovrebbero includere la «quarantena» di due settimane a partire da venerdì a mezzanotte per tutti gli sloveni che decideranno di partire ora per le vacanze in Croazia, i quali riceveranno un ordine di isolamento al loro ritorno in patria, ha anticipato ieri Kacin.
I turisti sloveni che sono invece già oltreconfine avranno un po’ di tempo ancora per tornare a casa senza finire in isolamento fiduciario, con alta probabilità tutto il weekend e forse anche lunedì. Questo e altri dettagli saranno discussi oggi nel consiglio dei ministri, che dovrebbe via libera a una nuova ordinanza per la “retrocessione” della Croazia fra i Paesi più a rischio coronavirus.
In ogni caso, nulla cambierà per i turisti italiani di ritorno e in transito in Slovenia – comunque obbligati al tampone una volta tornati in Italia – a parte prevedibili più lunghe attese e code ai valichi tra Croazia e Slovenia. Mossa obbligata, quella di Lubiana, perché la situazione epidemiologica tra Zagabria e Spalato si starebbe «drammaticamente» deteriorando, parola di Kacin, come confermerebbe il nuovo record di contagi da inizio epidemia, toccato ieri, con altri 219 casi di positività su 1.520 test effettuati. Slovenia che non poteva fare altrimenti.
Con numeri del genere la «Croazia si è consegnata da sola» alla lista rossa, ha suggerito Kacin. Portavoce dell’esecutivo che si è spinto oltre, lanciando addirittura un appello ai suoi connazionali in vacanza in Croazia. «Le condizioni» oltreconfine sarebbero «così cattive che non rimane altra scelta che chiedere ai nostri cittadini di rientrare il più presto possibile da un Paese non sicuro, a prescindere dai loro piani». Sloveni che, se accetteranno gli inviti di Lubiana, calcheranno le orme dei 10mila austriaci ritornati in tutta fretta a casa durante lo scorso weekend per evitare il tampone obbligatorio, hanno informato i media locali. Condizioni che, secondo Lubiana, in Croazia potrebbero ulteriormente «peggiorare, perciò il governo è obbligato a introdurre la quarantena».
Decisione prossima di Lubiana – come quelle speculari di Vienna, Roma e quella imminente di Londra - che sarebbe comprensibile, ha specificato il ministro della Salute croato, Vili Beros, suggerendo che siano frutto di «pressioni politiche». Il «nuovo anno scolastico si avvicina» e molti Paesi «vogliono mettere sotto controllo la loro situazione epidemiologica», una mossa «legittima», ha spiegato. Il quadro, nel frattempo, rimane preoccupante pure nella vicina Bosnia (341 nuovi contagi e 12 morti in 24 ore) e soprattutto in Romania, dove sono stati confermati oltre 1.400 nuove infezioni e 32 morti, mentre in Serbia ieri i nuovi contagi sono stati 158 – di nuovo in risalita - i decessi tre. —
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