Ecco il programma di Dipiazza, sindaco di Trieste per la quarta volta: «Avanti tutta sulle opere. La vittoria? Sono amato»
Sul dossier Porto vecchio: «Collaboriamo insieme. Ho lanciato l’amo a Russo»
«È tornato tutto come prima!», esclama il sindaco Roberto Dipiazza sedendosi sul divanetto del Salotto azzurro al termine della prima mattinata del suo quarto mandato.
«Uffici, lavori pubblici, siamo già in marcia al cento per cento, non ho un attimo di fiato da stamattina», dice il primo cittadino, gli occhi ancora brillanti dal successo elettorale del giorno prima. In questi mesi da candidato ha ripetuto a sfinimento le sue intenzioni (e promesse) su Porto vecchio, terapeutica, ovovia e compagnia cantante. Temi su cui dovrà dare risposte per i prossimi cinque anni a partire da quando, fra poco più di una settimana, insedierà la giunta.
Sindaco, come va questa prima mattinata da quarto mandato?
I tecnici sono appena usciti dal mio ufficio. Abbiamo parlato di Tram di Opicina, dei tre ponti, il mio indirizzo è avanti tutta. Bisogna risolvere. Negli ultimi quindici giorni avevamo per forza rallentato un po’ i ritmi, ora le ditte ci fanno il lavoro o si levano di torno. Abbiamo ragionato su alcune problematiche di Porto vecchio, abbiamo chiesto i sette milioni alla Regione per il parcheggio del Molo IV… Sono tornato nel caos! Ma resta la grande soddisfazione per ieri, sono quei momenti come i tre Presidenti, il taglio del nastro delle grandi opere… Emozioni forti e tanta gratitudine.
Ieri Trieste è stata l’unica festa nazionale del centrodestra.
Mi ha chiamato il mondo. Tutti a farmi le congratulazioni per il quarto mandato, il quinto… Ormai non so più neanch’io quanti ne ho fatti. Abbiamo fatto un’intervista dopo l’altra. L’ultima era a mezzanotte, non mi veniva il nome di battesimo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Sono tornato a casa con mia moglie, mi son messo su Sky e lì ho ceduto un po’. Non perché avessi bevuto, io non esagero, ma mi è calata la stanchezza mentale.
L’unico sindaco ha consigli da dare alla coalizione nazionale?
Io in questi anni ho portato avanti il centrodestra, ho vinto contro Rossetti, Pacorini eccetera. Se non avessero avuto me, forse e dico forse, non avrebbero vinto. Una volta uno di sinistra mi ha detto «sei la nostra spina nel fianco». Anche stavolta hanno tentato di mandarmi a casa perché con me ci sarebbe andata una fetta importante del centrodestra. Ma non ce l’hanno fatta perché ho lavorato per la mia città e mi sono fatto amare. In altre parti del Paese… (fa un gesto con la mano come a dire: insomma…)
Si riferisce alla scelta dei candidati?
La scelta dei candidati, sai… Io dalla mia ho che sono uno che lavora e sono onesto. La gente dice di me: «Lui vive del suo». È un atout non da poco.
Un giudizio sulla campagna a bocce ferme?
Innanzi tutto devi sapere che quando ho fatto la campagna contro Pacorini mi sembra che abbiam speso 190 mila euro. Questa volta pochissimi denari, circa 15 mila.
Il suo capo di gabinetto le ha fatto da braccio destro.
Vittorio (Sgueglia della Marra) è stato la mia arma vincente. Tornando alla campagna, la controparte secondo me si è fatta consigliare male: loro hanno analizzato dove prendevo io i voti, nelle periferie, e hanno provato ad andare a prenderli là. Rimane il fatto che ha recuperato 12-13 punti, e gli va riconosciuto perché non era facile. D’altra parte anche Cosolini aveva recuperato, in ultima analisi chi arriva secondo al primo turno attrae più simpatia.
Da tradizione la maggioranza cassa tutte le proposte d’opposizione in Consiglio comunale. Al suo ultimo mandato, lei è in posizione di forza con i suoi partiti. Ci sarà un atteggiamento più collaborativo?
Con l’opposizione è inutile che andiamo sulle cose minime, ma su un tema come il Porto vecchio si può collaborare. Se uno mi dice «ti porto un’azienda», perché no? Pensiamo al professor Giacomo Borruso, scomparso in questi giorni: la British American Tobacco è arrivata qui a partire da un’idea sua, quando acquistammo quegli ettari nell’area Wärtsilä. Certo che in Consiglio comunale se l’opposizione si alza e ti dice di no a qualsiasi cosa… Ma l’amo sul Porto vecchio a Francesco Russo l’ho lanciato: lavoriamo insieme, confrontiamoci anche sui progetti. E se avete qualcuno da portare, portatelo.
Cosa si augura che succeda con la piazza No Green pass?
Spero che finisca quanto prima anche perché non sono triestini. Ricordo a questa gente che abbiamo avuto 130 mila morti e abbiamo tolto un anno e mezzo di vita ai giovani. Io arrivavo solo in piazza Unità. Vogliamo tornare là? Spero di no.
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