Ecco come si muoverà Trieste nel 2030. Ring pedonale in centro e scale mobili

Individuate 14 aree di intervento. “Cerniere” periferiche d’interscambio, novità ascensori. Trasporto pubblico rivoluzionato
Lasorte Trieste 20/09/18 - Piazza Unità, Municipio
Lasorte Trieste 20/09/18 - Piazza Unità, Municipio

TRIESTE Pums, Pums! Uno scoppiettìo di idee, di proposte, di suggestioni per pianificare/immaginare come si muoveranno i triestini negli scenari urbani sui quali è presumibile che si assesterà il prossimo decennio di vita sociale ed economica della città.

Qualche esempio. Scendi dal Carso o arrivi da fuori Trieste e non vuoi impelagarti nel traffico del centro? Potrai lasciare la vettura in una delle “cerniere” d’interscambio attorno alla città e salire su una comoda navetta: Cava Faccanoni, Cattinara, Opicina, Barcola-Bovedo tessono la cintura delle opportunità extra-urbane. Devi salire all’Università? Non intasare via Fabio Severo, prendi piuttosto un mezzo “meccanico” - scala mobile, ascensore - dalle parti di via Giulia. Hai un appuntamento a San Giovanni e stai tornando in città? Parcheggia a Cava Faccanoni, acchiappa anche in questo caso un ascensore o una scala mobile e scendi verso la tua destinazione nel pieno rispetto ecoambientale.

Ancora: come disincentivare l’eccessiva circolazione automobilistica in centro? Istituendo un ring, che utilizza le direttrici obbligate di via Roma e di via San Spiridione, ma che pedonalizza tutte le strade laterali, dove le vetture saranno bandite. Ti piacerebbe viaggiare da una sede universitaria all’altra senza cambiare carrozza? Basterà allungare la 17 fino alla Stazione Rogers oppure godere della nuova corsa da via Alfonso Valerio a Cattinara. Ti va di sfidare il “Delfino Verde” sulla rotta terrestre? Lo potrai fare con la nuova linea ad alta mobilità Muggia-Bovedo. Ti è venuto in mente che hai un impegno in Barriera Vecchia ma sei a Chiarbola? Non innervosirti, perché la galleria D’Alviano-Mioni ti verrà in soccorso.

L’assessore Luisa Polli ha illustrato in giunta il Piano urbano della mobilità sostenibile (acronimo Pums), che a gennaio atterrerà sui banchi del Consiglio. Un lavoro iniziato nel gennaio 2019, che ha richiesto uno sforzo quasi biennale: è stato redatto dall’associazione temporanea di impresa formata dalla perugina Sintagma, dalla romana Fit Consulting, dallo studio triestino Honsell & Catalano. Il Pums partecipa all’europrogetto Portis nel quadro del programma Horizon.

I contenuti sono organizzati in 14 ambiti lungo una durata decennale che distingue interventi di breve-medio-lungo periodo: rete stradale-ferroviaria, trasporto pubblico, cerniere di mobilità, sistemi ettometrici (dall’ovovia Opicina-Porto vecchio agli ascensori), mobilità “dolce” (percorsi ciclo-pedonali), “città accessibile”, sistema della sosta, circolazione regolata, qualità urbana, city logistics, e-commerce, smart mobility, turismo, infomobilità. Di acqua non si parla.

Polli mette subito le mani avanti: «Si tratta di indirizzi strategici, di visioni, di proposte che non debbono tradursi obbligatoriamente e immediatamente in atti amministrativi. Abbiamo individuato alcune priorità: la graduale pedonalizzazione del centro ma anche di alcune aree periferiche, i parcheggi di interscambio, la revisione del trasporto pubblico, l’eliminazione dei parcheggi dalle Rive quando tornerà e si consoliderà il traffico crocieristico e avremo tre toccate alla settimana».

Concorda il direttore dipartimentale Giulio Bernetti, che ha studiato e lavorato da ingegnere trasportista: «Lavoro prezioso, che ci consegna un importante patrimonio di analisi per aggiornare il piano del traffico. Abbiamo scoperto, per esempio, che è sparita la fase di “morbida”, cioè la città è costantemente sotto pressione di traffico, senza tregua. Sarà inoltre utile per rivedere le linee dei bus. E per recuperare finanziamenti da puntare su singoli progetti».—


 

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