Eataly: pronti a sbarcare al Magazzino Vini
La volontà di investire a Trieste c’è. Ed è stata ribadita per iscritto. Come l’intenzione di farlo trovando sistemazione, adeguata e prestigiosa, nel Magazzino Vini, la cui opera di riqualificazione in atto dovrebbe concludersi nel 2014. Eataly, il marchio dell’enogastronomia di qualità che da anni propone nel mondo (anche negli Stati Uniti e in Giappone) il meglio delle produzioni artigianali italiane del settore, rilancia. Dopo i primi sondaggi “triestini” di oltre un anno fa, con le voci circolate sul sopralluogo effettuato dal patron Oscar Farinetti proprio allo storico rudere finalmente in via di resyling sulle Rive, e il successivo “arrivederci”, o meglio “a riparlarci”, con la Fondazione CRTrieste - proprietaria dell’immobile - alla primavera del 2013 in vista dell’anno successivo, ecco spuntare la proposta. Messa nero su bianco e spedita a Trieste. Dopo averla ricevuta, alcuni giorni or sono il presidente della Fondazione Massimo Paniccia ne ha parlato davanti al Consiglio generale. Tempi rispettati, insomma: primavera 2013 doveva essere per riallacciare il discorso e primavera 2013 è stata.
Disponibilità - da parte di Eataly - a investire su Trieste, ad aprire una sede al Magazzino Vini, come accennato, ma con alcune garanzie. Questo è quanto trapela in merito a una trattativa su cui vige in ogni caso la massima riservatezza. In proposito tutti i protagonisti tengono le bocche cucite. Qualcosa, però, riesce a filtrare comunque. E pare in effetti che nella missiva Farinetti abbia elencato infatti una serie di punti, pre-condizioni per realizzare l’operazione: oltre all’assicurazione che l’immobile sia consegnato dalla Fondazione CRTrieste completamente ristrutturato in tutte le sue parti, anche quella che sia direttamente Eataly a curare gli aspetti dell’allestimento, degli arredi e della disposizione degli spazi interni. Con un’area evidentemente dedicata all’acquisto di food di qualità e un’altra per degustazione e ristorazione ma anche zone dove organizzare corsi ed eventi (in tutto questo, naturalmente, non mancherebbe una parte riservata alla Fondazione CRTrieste). Ma c’è un altro punto, probabilmente quello chiave per la chiusura dell’operazione, su cui Eataly e Fondazione stanno ragionando: la questione economica. In sintesi la quantificazione del canone annuale di locazione che il colosso degli “alti cibi” (slogan “mangi meglio, vivi meglio”) dovrà - nel caso di fumata bianca - corrispondere all’ente triestino per l’utilizzo del Magazzino Vini. Sul piatto c’è una manciata da alcune centinaia di migliaia di euro e la distanza fra i due soggetti al tavolo potrebbe anche non essere così ampia. Non è escluso che nel giro di una decina di giorni, un paio di settimane, si possa giungere alla svolta.
Intanto, dalla Fondazione CRTrieste nessuna dichiarazione. Così come dalla sede di Eataly. Nel contempo, nessuna smentita su trattative in essere. L’ufficio stampa del colosso del gusto, che si basa sulla filosofia e la concezione di qualità di Slow Food, ha ribadito solo di poter parlare delle prossime aperture già pianificate: in Italia a luglio a Bari, ad agosto a Firenze, in autunno a Milano, entro la fine dell’anno a Piacenza, e poi all’estero a Istanbul, a Dubai e a Chicago. Niente male, un’espansione continua. Mentre su ciò che riserverà il futuro meno prossimo, per Eataly, è ancora presto per dire qualcosa. Anche se i dialoghi ai più alti livelli proseguono. Dopo essere ripresi.
Come noto, la “creatura” di Farinetti raggruppa all’insegna dell’enogastronomia di qualità una serie di piccole aziende italiane e ne propone i prodotti. Alcuni esempi: c’è la pasta di grano duro di Gragnano, ci sono vini, formaggi e salumi del Piemonte, l’olio della riviera di Ponente ligure e altro ancora. Il 2014 potrebbe portare una nuova sede anche a Trieste. La volontà di investire c’è.
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