«È un problema il museo che non esiste»

Livio Dorigo: «Sono l’unico profugo rimasto là dentro. Mi dispiace assistere a questo spettacolo»

«A me dispiace tanto. Tra tutti quelli che sono lì il vero profugo sono io. Gli altri sono tutti giovanotti. Non conoscono la tragedia dell’esodo». Livio Dorigo, presidente del Circolo di cultura istro-veneta “Istria” e consigliere dell’Irci, non si capacita di quanto sta succedendo all’Istituto di via Torino. «Mi dispiace che l’esodo degli istriani vengano trattato in questo modo: tra polemiche e insulti. Quello va via, quell’altro viene. Facciamo una brutta figura a livello nazionale ma soprattutto a Trieste che è la capitale dell’esodo».

Come vede l’Irci?

È un problema questo Irci. Ha una funzione che non riesce a svolgere. L’Irci dovrebbe interessarsi esclusivamente del mantenimento della cultura istriana. Hanno aggiunto la dizione “fiumana e dalmata” che non c’entra molto. Gli istriani sono contadini e pescatori. I fiumani erano mercanti, borghesi. I dalmati poi hanno una storia tutta diverse. Mettere assieme queste tre culture è già un azzardo.

Un museo che non nasce.

Bastasse questo. Non si riesce a dare a questo museo la dimensione giusta. Non deve essere assolutamente il museo dell’esodo o delle foibe. Non è stato creato per questo. È il museo della civiltà istriana. Solo che non si riesce a tirar fuori un ragno dal buco.

Un pasticcio culturale...

Il museo istriano potrebbe essere un museo dell’agricoltura che a Trieste non c’è. Un museo che racconti il mondo contadino. Le scuole sarebbero molto interessate.

Va ripensato il progetto del museo?

Assolutamente. Io un’idea ce l’ho. Un museo non si costruisce dall’oggi al domani. A Budaspest c’è un bellissimo museo dell’agricoltura.

E l’assegno sparito?

Sono convinto che Nedoh non l’ha fatto apposta. Un assegno non può essere sottratto. A meno che uno non prenda e scappi alle Bahamas.

Ma come si viene fuori da questa situazione?

È preoccupante. I soldi sono pochi. Io non vorrei che il ministero degli Esteri e dei Beni culturali si dimenticassero di noi.

Massimiliano Lacota, dell’Unione degli istriani, si è dimesso lamentando una gestione inesistente dell’Irci. Meglio una bocciofila, ha detto.

Lacota è un ragazzo che ha dato all’Irci una nota di polemica inesauribile. La presidente ha delle difficoltà obiettive. Non voglio dare dei giudizi sulle persone. È una situazione di difficile gestione.

L’attuale presidente ha qualche responsabilità?

La Vigini è giovane, anche se non giovanissima. Deve ancora approfondire i problemi. (fa.do.)

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