E se il virus mutasse perdendo forza?
TRIESTE Uscito dal mercato umido degli animali di Wuhan, Sars-Cov-2 sta ormai dilagando in tutto il mondo. Le ultime statistiche indicano che in poco più di tre mesi ha infettato più di 1,8 milioni di persone in tutti i continenti. Ma cosa sta succedendo dei geni del virus in questa espansione rapida e esponenziale? Domanda di non poco interesse, soprattutto per capire come potrà evolvere l’epidemia. Tre le possibilità: primo, che il virus rimanga relativamente stabile e quindi simile a quello iniziale; secondo che possa diventare più aggressivo, ipotesi originalmente suggerita per spiegare la mortalità più alta in Lombardia; terzo, che al contrario si stia attenuando, con un suo possibile destino quale quinto tipo di coronavirus adattato alla specie umana.
La comunità scientifica ha ora a disposizione una banca dati di sequenze del virus con cui poter cercare di dare una prima risposta a queste domande (https://www.gisaid.org). Il contributo di nuove sequenze in questa banca è frenetico: ad oggi (domenica 12 aprile) sono più di 3122 le sequenze depositate, provenienti dai laboratori di tutto il mondo (erano soltanto 100 solo un mese fa). Di queste, ahimè, sono soltanto 32 quelle Italiane (tra cui le 4 di Trieste), contro le 641 degli Stati Uniti, 283 della Cina, 291 del Regno Unito.
L’analisi di queste sequenze indica che il genoma del virus è abbastanza stabile, con una somiglianza del 99.9% tra i diversi genomi analizzati. Pur essendo molto grande (il doppio di lunghezza rispetto al secondo più grande nella sua categoria), l’RNA non accumula mutazioni. Se fosse Hiv o un altro virus a Rna, saremmo di fronte a una variabilità di almeno un centinaio di volte più alta. Per questo coronavirus, il numero di mutazioni è solitamente meno di 10 su 30mila (30mila nucleotidi è la lunghezza dell’intero genoma).
Nessuna indicazione, per il momento, che vi sia un’evoluzione verso virus più patogeni, e l’apparente mortalità diversa sembra invece derivare dal fatto che il numero dei contagiati è in realtà superiore a quello stimato. Al contrario, un recente studio che viene da Singapore indica che, verso la fine dell’ondata epidemica in quella città, sono stati trovati dei virus che mancavano di una parte di un gene e risultavano quindi attenuati nella loro capacità replicativa. Forse un’indicazione che il virus potrebbe progressivamente perdere di virulenza e magari diventare responsabile di una malattia respiratoria stagionale non così grave come Covid19. In fin dei conti, non conviene neanche al virus continuare a uccidere le persone che infetta, perché questo evolutivamente significherebbe per lui estinguersi rapidamente. —
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