È riuscito l’intervento di reimpianto della mano

L’intervento di reimpianto della mano è riuscito e il paziente, non soltanto sta bene, è anche di buon umore. Il quarantottenne ronchese che sabato mattina era rimasto vittima di un gravissimo...
Di Stefano Bizzi

L’intervento di reimpianto della mano è riuscito e il paziente, non soltanto sta bene, è anche di buon umore. Il quarantottenne ronchese che sabato mattina era rimasto vittima di un gravissimo incidente domestico è fuori pericolo, ma dovrà restare in ospedale a Pordenone per almeno un mese. L’arto sembra essere salvo e il decorso post-operatorio soddisfa pienamente l’equipe medica di chirurgia della mano del Santa Maria degli Angeli che, pur non scioglinedo ancora la prognosi, con tutte le cautele del caso, ritiene possano esserci buone speranze di recupero sia dal punto di vista funzionale, sia dal punto di vista estetico.

Nello scorso fine settimana, dopo aver perso la presa di una sega elettrica che stava maneggiando in un giardino di Monfalcone, Mauro B. si era tranciato di netto la mano destra. L’incidente è avvenuto mentre potava un albero ad alto fusto a casa di un amico nel rione Aris-San Polo. Elitrasportato d’urgenza dal nosocomio monfalconese al centro di riferimento regionale per la microchirurgia alla mano, l’uomo è stato sottoposto a un complesso e delicato intervento che ha richiesto l’innesto di una vena presa dal dorso di un piede. Il paziente è entrato in sala operatoria attorno alle 14.20 per uscirne quasi nove ore più tardi. A reimpiantare l’estremità sono stati i chirurghi Matteo Impagnatiello e Pierluigi Merlo, coadiuvati dalla ferrista Paola Verardo.

Da quanto è stato possibile apprendere, dal momento dell’incidente a quello del ricovero, Mauro B. è rimasto sempre vigile e cosciente. Nonostante le circostanze sfavorevoli, la fortuna lo ha assistito. A salvarlo sono stati, prima di tutto, i meccanismi biologici di autodifesa umana. Immediatamente dopo l’amputazione accidentale dell’arto, i vasi sangugni si sono trombizzati. Così facendo hanno evitato il dissanguamento del ferito; e la conseguente morte. Anche il dolore è sopraggiunto solo in un momento successivo. In quel frangente è prevalsa la lucidità e ai sanitari del 118 il ferito ha detto di sentire solo un lieve dolore e nulla più. La rapidità dei soccorsi ha fatto il resto. Una volta recuperata, la mano e stata messa nel ghiaccio per preservarne la funzionalità.

Conclusa l’operazione il paziente ha trascorso la giornata di domenica in rianimazione per essere sottoposto a un monitoraggio intensivo. Da ieri è in corsia. Superata la fase più delicata, dovrà ora lavorare per riuscire a riacquisire la piena funzionalità dell’arto danneggiato.

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