È rinata una stella, in pista la miracolata Rita torna a correre dopo il volo dal ponte di Genova

TRIESTE È la mattina del 14 agosto 2018 quando l’auto sulla quale viaggia viene inghiottita in pochi secondi dal crollo del ponte Morandi a Genova. Finisce sotto le macerie, assieme al fidanzato Federico Cerne, fisioterapista dell’Alma, schiacciata dal cemento e dalla stessa vettura accartocciata. Finisce in coma, viene operata varie volte, e non molla mai. Segue un lungo iter per tornare alla vita quotidiana, senza mai dimenticare gli istanti di quella tragedia, che riaffiorano sempre più vivi, mese dopo mese.
Rita non si è arresa e da poche settimane ha rimesso le scarpette da running ai piedi, ed è tornata a correre, riprovando tutte le emozioni e le sensazioni che lo sport le regalava prima dell’incidente. E si è posta subito un obiettivo, completare la mezza maratona nella sua città, riuscire a concludere una lunghezza che fino allo scorso anno era facilmente alla sua portata, e festeggiare al traguardo, un risultato che sarà importante, a prescindere dal tempo finale.
«Ho ripreso qualche settimana fa dopo sette mesi di stop. È dura, non ho né fiato né gambe. Solo tanta voglia. Il grosso è fatto, ma – sottolinea – il recupero è ancora lungo e non sarà totale. Forse la cosa più difficile è proprio adattarsi a un corpo che non funzionerà più come prima. Dall’altra parte, però, questa terribile esperienza mi ha regalato manifestazioni di umanità e solidarietà che non credevo possibili».
Dopo l’incidente, anche Apd Miramar si era mobilitata, con un conto corrente, con la causale #corriRita, attivato per contribuire a sostenere la riabilitazione. «La corsa mi ha salvato la vita, in più occasioni – prosegue – mentalmente quando ho iniziato e lo scorso agosto quando mi ha permesso di superare brillantemente il grave politrauma conseguente alla caduta. Il ricordo di quello che è successo – racconta – diventa sempre più vivido col passare dei mesi. Purtroppo la memoria porta con sé un grande senso di angoscia e di impotenza».
E a darle forza nei mesi di recupero è stato anche il desiderio di tornare, agli allenamenti e alle gare. «Ricordo bene quando ho iniziato a correre. Era il 4 novembre 2013, per caso. La corsa ti fa entrare in un vortice, più corri e più hai bisogno di farlo. E l’emozione di superare il traguardo è impagabile e indescrivibile».
Ancora poche settimane di allenamento, e poi Rita sarà allo start di Aurisina, pronta ad affrontare il tracciato. Per lei Apd Miramar ha scelto un pettorale personalizzato, che riporta il suo nome, al pari dei top runner che saranno in gara, per sottolineare la forza di una donna e di una sportiva tosta.
«Sono consapevole che mi aspetta un percorso difficile. Ricominciare da capo non è mai facile. Ma l’obiettivo rimane quello del pre-incidente: continuare a migliorarmi e correre a Trieste, ma anche, in futuro, in posti in cui non sono mai stata. A prescindere dal percorso, che ho già provato lo scorso anno – aggiunge – la Trieste HF ha due caratteristiche uniche: correre lungo la nostra splendida costiera e l’arrivo in Piazza Unità d’Italia. Sono mesi che al solo pensiero dell’arrivo, mi si riempiono gli occhi di lacrime».
E non mancheranno di certo gli applausi della gente lungo il percorso, applausi che esterneranno tutto l’affetto e tutta l’ammirazione per questa donna coraggiosa che non ha mai mollato e che ora riprende le sue sfide più belle. –
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