E piazza Sant’Antonio nelle ore notturnediventa un dormitorio a cielo aperto
Anche molti cechi e slovacchi hanno eletto la zona centralissima a loro residenza
Il pronao della chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo usato come dormitorio. Meta fissa di uomini e donne che, ormai da tempo, utilizzano quello spazio in alternativa alle panchine della piazza. Non si tratta di extracomunitari, ma di cittadini della nuova Europa allargata ad Est; con ogni probabilità sotto il pronao si accampano romeni, cechi, slovacchi... Una presenza che non è passata inosservata. Né ai residenti né ai commercianti, che che vivono questa situazione con preoccupazione e anche fastidio. «Non abbiamo nulla contro gli stranieri, ma non si può dormire - dicono - nell’atrio di una chiesa e usare come gabinetti le aiuole del giardino. Lo stesso giardino del centro città dove di giorno si portano i bambini a giocare».
Tra gli esercenti che aprono le loro attività all’alba emerge un certo timore: «Quando andiamo a lavorare - raccontano - incontriamo gruppetti di uomini. Non si sa mai cosa aspettarsi. Perché non intervengono i vigili urbani o la polizia?». Una richiesta di intervento per risolvere un problema di ordine pubblico e allo stesso tempo sociale. Anche se al momento non risulta che queste persone abbiano mai chiesto aiuto: né al Comune né alle strutture di assistenza. «Non so chi siano, potrebbero essere slovacchi o romeni - dice il direttore della Caritas, Mario Ravalico - Sicuramente stranieri dell’Est europeo che stanno arrivando in un certo numero in città perché sono diventati comunitari e credono di essere liberi di fare qualunque cosa». Rispetto alla situazione dell’ex hotel Obelisco di Opicina, insomma, il «dormitorio» di piazza Sant’Antonio è ancora sconosciuto. Proprio come Ravalico, infatti, anche l’assessore comunale alla Protezione sociale, Carlo Grilli, cade dalle nuvole anche perché dalla chiesa non è arrivata alcuna segnalazione. Quella presenza è in ogni caso conosciuta alla parrocchia, anche se non c’è mai stato alcun contatto diretto. «Arrivano dopo le 23 e già all’alba spariscono. Non sono mai riuscito a parlarci», dice don Gianni Giursi. Quella presenza sotto la chiesa non disturba il parrocco: «Ogni mattina la scalinata è pulita, non vengono abbandonate immondizie. La mia preoccupazione - dice - riguarda il disagio di queste persone a cui bisognerebbe trovare una sistemazione adeguata. Mi rendo conto che è difficile avvicinarli, bisogna affrontare l’argomento in modo delicato».
Non è chiaro il numero di persone che frequenta il «dormitorio» all’addiaccio. Secondo le testimonianze dei residenti non ci sono degli habitué, il pronao è solo una dimora di passaggio da utilizzare per un paio di giorni e poi sparire. Lasciando Trieste, per raggiungere altre città. Un fenomeno destinato a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni, con la caduta dei confini, alimentando un problema sociale e di ordine pubblico. Una problematica affrontata nel parlamentino rionale di San Vito-Cittavecchia e Cittanuova-Barriera nuova dal consigliere Stefano Felician (Fi) che, dopo aver chiesto informazioni alla sala operativa dei vigili urbani sul dormitorio di piazza Sant’Antonio, ha deciso di inviare una lettera alla stessa polizia municipale per sollecitare un controllo nella zona. d.c.
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