E per salvare il budget la Salus penalizza gli esenti dal ticket

Ma a volte chi paga il conto alla fine è proprio l’ultimo. Il cittadino che sta peggio e/o ha meno soldi. Dal 20 ottobre, così dice un cartello affisso alla Casa di cura Salus, «i pazienti esenti totali dal ticket potranno accedere alle prestazioni di laboratorio esclusivamente su appuntamento». Motivo: «In seguito al contingentamento delle prestazioni così come stabilito dalla Regione Fvg». In parole povere, la Regione ha tagliato il “budget” ai laboratori privati convenzionati per le analisi del sangue, avvertendo che ha deciso di concentrarli nelle strutture pubbliche a partire dal 2016, e la Salus per non consumare prima di dicembre tutti i soldi che riceve dal servizio sanitario ha preso la strada «puramente economica» (come ammette il presidente e amministratore delegato Guglielmo Danelon) di tenere il libero accesso per gli esami a chi paga il ticket, e pertanto drena minori risorse dal “budget” visto che parzialmente paga l’esame di tasca sua, e di creare il filtro dell’appuntamento, e conseguente lista d’attesa, per chi il ticket non lo paga, «per il quale il rimborso della Regione è totale, e che dunque ci consuma più budget». Ma chi è esente dal ticket o ha serie patologie e croniche, oppure ha un reddito molto basso. Dunque andrebbe agevolato, e non “punito”. Non è una privazione di uguaglianza dei cittadini e anzi un accanimento sui più fragili chiudere per metà la porta?
«Ci dispiace molto, abbiamo resistito, resistito, resistito - recita Danelon spiegando anche il resto dell’intricatissima partita privati-Regione tuttora in corso -, ma l’Azienda sanitaria, d’altra parte, ci impone il servizio fino a dicembre».
A contendersi le analisi del sangue c’è anche la Lab-Nordest, ex Ferrari, ex D’Acunzo di viale XX Settembre, il cui socio di maggioranza è Claudio Riccobon, amministratore delegato della Casa di cura privata Città di Udine (che a fianco spiega il suo caso specifico). Alle Case di cura la Regione ha tagliato il finanziamento del 2%, ma ai laboratori “puri” del 6%. Alle prime è stata data indicazione di smettere via via le analisi e di riconvertirsi su altri servizi più utilmente complementari alla sanità pubblica. Ai laboratori si è prospettata una lenta fine delle convenzioni (e dei soldi). Risultato: la Lab-Nordest ha presentato un ricorso al Tar contro la delibera della Regione. Assieme alla Salus è poi partita all’attacco con una controproposta: continuare a eseguire i prelievi, ma far analizzare le provette da un lato a Cattinara e dall’altro alla “Città di Udine”. Naturalmente esigendo remunerazione per il personale, per il trasporto. «Da 4 mesi, dopo 1000 incontri - lamenta Danelon - ancora nessuna risposta».
La Salus si spinge oltre: «Lasciare gli “esenti” al sistema sanitario, e prenderci noi le analisi del sangue di chi paga il ticket». Pazienti sì o no a seconda del censo? Non è l’intenzione, ma sarebbe il risultato.(g. z.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo