E' morto a 84 anni Cesare Maldini

Triestino, esordì con la maglia dell'Unione a 21 anni. Ex allenatore della Nazionale e giocatore del Milan, fu il vice storico di Bearzot al Mondiale del 1982, allenatore dell'Under 21, ct dal '96 al '98 e primo italiano a sollevare la Coppa dei Campioni

TRIESTE E' MORTO a 84 anni Cesare Maldini, ex giocatore del Milan ed ex allenatore della Nazionale italiana di calcio e padre di Paolo, ex terzino rossonero. A darne notizia la famiglia Maldini, che in una nota "annuncia con immenso dolore la scomparsa di Cesare nella notte tra sabato e domenica". Cesare Maldini è stato una storica bandiera del Milan (qui sotto il cordoglio del Milan in un tweet), come poi il figlio Paolo.

Nato a Trieste nel 1932, dopo aver esordito a 21 anni con la maglia della Triestina, è passato al Milan e con i rossoneri da difensore ha giocato fino al 1966. Tre anni prima, nel 1963, quando in panchina c'era Nereo Rocco, ha sollevato la Coppa dei Campioni.

Con i rossoneri ha vinto anche quattro scudetti. Dal 1967, conclusa la carriera da calciatore, diventa allenatore: prima al Milan come vice di Nereo Rocco per tre stagioni, poi al Foggia, alla Ternana e quindi con il Parma, che Maldini porterà dalla C1 all Serie B.

Quando 50 anni fa Cesare alzò la Coppa

Dal 1980 al 1986 è l'allenatore in seconda di Enzo Bearzot. Come suo vice l'11 luglio del 1982, a Madrid, solleva la Coppa del mondo dopo la vittoria nella finalissima degli Azzurri contro la Germania Ovest per 3 a 1. Poi passa all'Under-21, con la quale è tre volte consecutive campione europeo.

Nel 1996 va alla guida della Nazionale maggiore: la lascerà due anni dopo, in seguito all'eliminazione subita dalla Francia , che diventerà campione del mondo, a Francia 1998. Dopo l'esperienza mondiale da Ct, "Cesarone" diventa capo coordinatore degli osservatori del Milan, siede sulla pancina rossonera come direttore tecnico di Tassotti e Terim.

Si qualifica alla guida del Paraguay ai Mondiali in Corea del Sud e Giappone nel 2002, dove esce agli ottavi con la Germania e si dimette. Negli ultimi anni è stato anche commentatore sportivo per Al Jazeera.

E' l'11 luglio 1982, Madrid: il ct della nazionale Enzo Bearzot assieme al vice Cesare Maldini in trionfo dopo la vittoria della Coppa del Mondo
E' l'11 luglio 1982, Madrid: il ct della nazionale Enzo Bearzot assieme al vice Cesare Maldini in trionfo dopo la vittoria della Coppa del Mondo

Grande calciatore, Cesare Maldini ha conosciuto però da allenatore una popolarità planetaria nel mondo del calcio: perchè le sue qualità umane erano superiori a quelle - pur ragguardevoli - tecniche. Per questo ora che è morto, lo piangono dappertutto e non solo al Milan, che è stata casa sua nel vero senso della parola: tanto è vero che dopo l'epopea di suo figlio Paolo, c'è ancora un Maldini in rossonero: suo nipote Christian gioca, difensore, nella primavera.

Cesare Maldini con il figlio Paolo, anche lui giocatore del Milan
Cesare Maldini con il figlio Paolo, anche lui giocatore del Milan

Ha insegnato calcio, da italianista convinto, distribuito battute e raccolto simpatia come testimonia anche il successo della sua imitazione fatta da Teo Teocoli, e pazienza se alle «maldinate» di quando giocava (svarioni difensivi figli di una eccessiva sicurezza di gioco) si aggiunsero con il tempo quelle dialettiche: lui era così, in senso buono davvero un allenatore pane e salame, in tempi in cui la polemica vegana era rappresentata dai puristi della «zona». Da Trieste, nella scia del maestro Nereo Rocco, Cesarone insomma è arrivato a segnare per oltre mezzo secolo la scena calcistica nazionale e internazionale.

Udinese-Napoli: sul campo del Friuli l'omaggio a Maldini
Udinese-Napoli: sul campo del Friuli l'omaggio a Maldini

Naturalmente, il calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Cesare Maldini: il presidente federale Carlo Tavecchio ha disposto un minuto di raccoglimento in occasione di tutte le gare in programma oggi e domani.

“Ci ha lasciati – commenta Tavecchio – un grande uomo e un protagonista assoluto del nostro calcio. Da giocatore prima e da allenatore poi ha legato in maniera indissolubile il suo nome alla storia del calcio italiano. Dopo aver alzato al cielo la Coppa dei Campioni, primo italiano a farlo, ha contribuito in panchina, con stile e professionalità esemplari, a crescere numerosi talenti azzurri, incarnando alla perfezione lo spirito ed il ruolo del tecnico federale”.

Infine, i funerali: si terranno martedì 5, alle 11, nella chiesa di Sant’Ambrogio, a Milano.

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