E l’ex manovratore lascia: «Sognavo un’ultima corsa prima della pensione»

Pieri alla guida del tram nel giorno della ripartenza dell’11 luglio 2014
Pieri alla guida del tram nel giorno della ripartenza dell’11 luglio 2014

TRIESTE. L’amarezza per l’assenza forzata del tram non colpisce soltanto chi lo utilizzava quotidianamente per gli spostamenti fra il Carso e la città, ma anche chi per tanti anni lo ha guidato. Questo è il caso di Bruno Pieri, neo pensionato dallo scorso 1° agosto, che avrebbe voluto concludere la sua vita professionale alla guida dello storico mezzo e non di un bus della linea 2/. «Mi dispiace di non aver effettuato l’ultima corsa con il tram – afferma Pieri – visto che possiedo la patente specifica dal lontano 1991 e che dal 1997 lo conducevo quotidianamente. L’atmosfera che si respira in quelle vetture è qualcosa di particolare e indescrivibile, non può essere paragonata a quella di un normale bus».

Il nome di Bruno Pieri risulta peraltro essere già salito agli onori della cronaca cittadina per ben due incidenti spettacolari accaduti allo sfortunato mezzo di trasporto, rispettivamente il 4 agosto 1993 e l’anti vigilia di Natale del 2000. In entrambi i casi Pieri era rimasto coinvolto senza avere alcuna colpa. Il primo incidente avvenne al mattino presto, quando il primo tram della giornata, in discesa da piazza Casali verso il capolinea di piazza Oberdan, si trovò la strada tagliata da una corriera di linea della società Slavnik Koper, passata con il semaforo rosso all’incrocio con via Ghega. Il tram s’infilò nella fiancata del pullman per poi inclinarsi su un lato, uscendo parzialmente dal binario ma fortunatamente senza rovesciarsi sul fianco.

Il secondo incidente si verificò il 23 dicembre 2000. «Il sinistro – prosegue l’ex manovratore – accadde nella medesima zona di quello del 2016 e ci sono delle similitudini fra i due. In quell’occasione non c’era la quarta vettura in linea e il problema fu causato da un errore umano: infatti il mezzo proveniente da città non si fermò all’incrocio di Conconello ma proseguì la sua corsa e dietro la curva si scontrò con il mio, proveniente da Opicina.

Il collega ammise subito la sua responsabilità». Pieri ricorda come in entrambi i casi il servizio non fosse rimasto fermo per lungo tempo ma avesse ripreso a funzionare quasi subito. «In entrambe le circostanze – conclude – il servizio venne riattivato in tempi brevi: nel 1993, una volta riportato a casa il tram danneggiato, già nel pomeriggio stesso la linea fu riaperta, mentre nel 2000 si dovette aspettare il giorno seguente».
A rincarare la dose sul disservizio in corso ci pensa Gianni Cola, anch’egli ex manovratore della storica linea fino al 1996 e figlio d’arte, in quanto il padre Alberto svolse lo stesso lavoro dal 1938 al 1969.

«La gente è profondamente scandalizzata da questa situazione – interviene Cola – che persiste da tre anni e tutti quelli che incontro mi chiedono perché il tram non riparta e di chi sia la colpa. Spesso mi sento dire dalla gente “in che mani è finito il nostro povero tram”. In ogni caso il servizio fra Opicina e la città è assicurato dal bus sostitutivo, ma il vero problema riguarda tutta quella parte di utenza, principalmente anziani, che risiede nella zona di via di Romagna – Scorcola, vicino alla tratta funicolare attualmente scoperta di un servizio alternativo».

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