E intanto largo Barriera perde altri pezzi Giù le saracinesche della cartoleria Macri

Se da un lato in largo Barriera c’è attesa per la riapertura di Pirona, che attrarrà nuovamente in zona anche i turisti in visita alla città, dall’altro c’è preoccupazione da parte degli operatori per il futuro commerciale dell’area.
Malgrado ci siano realtà che reggono e raccolgono buoni risultati, nella media si respirano delle forti difficoltà, e le chiusure si susseguono. Da pochi giorni ha abbassato le saracinesche uno dei locali storici della zona, la cartoleria Macri (nella foto di Massimo Silvano), un punto di riferimento per molti. «Non possiamo competere con i prezzi, ma possiamo offrirvi i nostri servizi», scriveva la titolare in un post facendo riferimento anche ai prodotti di ottima qualità, alla ricercatezza nei dettagli. Ma si sa che oggi la concorrenza è spietata, e non era facile per una piccola realtà reggere ad aperture come quella, ad esempio, a pochi metri di distanza di Centercasa, che dispone di un ampio reparto di cartoleria, o di quella avvenuta anni prima di Az Casa in piazza Garibaldi. Così un’altra insegna ha lasciato spazio a uno dei soliti cartelli, affissi sulle saracinesche ormai abbassate, e che offrono il locale in affitto. Ma basta fare pochi metri, sullo stesso lato di largo Barriera, quello che più soffre la crisi commerciale della zona, per trovare un’altra attività in vendita: l’edicola – tabacchino. L’annuncio è pubblicato sui siti che propongono aziende in cessione, locali in vendita o in affitto. Sempre in largo Barriera, è stata appena smantellata anche l’insegna di Nerymode, uno storico negozio di abbigliamento che ora ha lasciato spazio a un punto vendita di telefonia che si è spostato di pochi metri, liberando così il foro commerciale all’angolo con via Pondares.
Di anno in anno, la zona perde pezzi. E se su largo Barriera si nota la forte difficoltà, nelle strade traversali la crisi è ormai galoppante. Le saracinesche abbassate solo da piazza dell’Ospedale a piazza Garibaldi sono oltre una quarantina. E gli annunci di vendita o di affitto restano lì per anni. Ne sa qualcosa il Comune di Trieste che in via Vidali ha due fori commerciali inseriti nel piano delle alienazioni per i quali però, malgrado il prezzo vantaggioso, nessuno si è ancora fatto avanti.
«La zona è in sofferenza – conferma Massimo Donda, titolare dell’omonimo storico negozio di calzature –, i commercianti vedono di buon occhio il nuovo progetto del Comune di rilancio del Mercato coperto. Servirà da calamita». Nell’area di largo Barriera c’è la percentuale più consistente di locali commerciali in vendita o in affitto in città. E come accade nella zona attorno alla Stazione ferroviaria, spesso i fori vuoti da molto tempo poi vengono convertiti in sartorie o parrucchieri gestiti da commercianti cinesi, oppure in centri di assistenza e riparazione di telefonia gestiti sempre da imprenditori orientali, rivendite alimentari, call center.
Eppure, ci sono realtà che proprio in quella fetta di Trieste, in largo Barriera appunto, hanno registrato un successo sul quale nessuno avrebbe scommesso. Come l’hotel letterario Victoria o il ristorante Bracerie Venete, sistemato in una via Madonnina per il resto in totale declino. Le vie Toti o Corridoni, che un tempo ospitavano locali di successo – chi non ricorda, ad esempio, l’Uva Passa –, sono ormai commercialmente deserte. Idem per via Caccia, via Parini e via Vasari. —
L. T.
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