E in aula si discute del futuro del Rossetti

In Consiglio comunale stasera l’audizione del presidente Budin e del direttore Però

All’ordine del giorno ci sono anche delibere e mozioni, ma il tema-chiave è quello del Rossetti. E del suo futuro. Se ne parlerà oggi nella riunione di Consiglio comunale (dalle 19) richiesta dall’opposizione - primo firmatario Paolo Rovis del Pdl - che ha invocato l’audizione «del sindaco Cosolini, del presidente del Rossetti Milos Budin, del direttore artistico Franco Però, di una rappresentanza del personale del Teatro». Teatro nazionale - e dunque fuso con il Css, il Teatro stabile di innovazione, e la Scuola Nico Pepe di Udine - o Teatro di rilevante interesse culturale, il “Tric”? La questione sollecitata dal decreto che ridisegna i teatri va ben oltre le etichette: sono in ballo tra l’altro i fondi dal Fus, il Fondo unico dello spettacolo; il ruolo degli enti territoriali (tanto per citare: nel caso dei teatri nazionali il contributo degli enti territoriali dovrà essere pari al 100% dei contributi del Fus; ma scenderà al 40% nel caso dei Tric); il numero di giornate di recita da sostenere; l’esistenza di una scuola di teatro.

Udine, come è noto, ha già espresso entusiasmo per la prospettiva della fusione del Rossetti con Css e “Nico Pepe”. A Trieste reazioni più caute. Con il presidente del Rossetti Milos Budin che ha fatto notare quante incertezze lasci inevase il decreto Franceschini («Non è chiaro cosa si intenda per teatro nazionale») mentre secondo il neodirettore Franco Però il progetto con Nico Pepe e Css è «logico». Tesi questa alla quale più che a quella di Budin si è avvicinato il sindaco.

L’opposizione nel richiedere una seduta straordinaria dell’aula è partita dalle «trattative finalizzate a una fusione fra enti teatrali di Trieste e Udine», ha rilevato «la preoccupazione espressa dal personale dello Stabile del Fvg», ha annotato che «eventuali mutamenti di assetto devono trovare puntuale attenzione da parte dei rappresentanti dei cittadini». E ci ha aggiunto - seconda grande questione - che Però «intenderebbe modificare radicalmente il tipo di programmazione realizzata con successo negli ultimi anni». Di qui appunto la volontà di trattare il tema Rossetti.

«Innanzitutto ascolteremo Budin e Però» rileva intanto il sindaco: «Certo il quadro non è chiarissimo e come dice il presidente del Rossetti lascia moltissime incertezze, ma tutto fa pensare che dal punto di vista delle prospettive - anche di finanziabilità - quella del teatro nazionale dovrebbe comportare l’arrivo di maggiori risorse rispetto alla prospettiva del Tric. Va tenuto presente - aggiunge Cosolini - che la strada del teatro nazionale non comporta alcun declassamento per lo Stabile, giacché l’operazione prevede l’incorporazione nel Rossetti di altre realtà».

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