E il vicesindaco rispolvera l’idea della strada panoramica

La trasformazione richiederebbe il restringimento di carreggiata, la riduzione dei limiti di velocità oltre alla creazione di stalli e ciclabile 

il caso

Per decenni il divieto di sosta in Costiera è stato solo virtuale. Tranne in casi eclatanti - come i parcheggi selvaggi nei pressi degli incroci, in prossimità delle curve o lungo il tratto che collega Santa Croce alla strada -, la sosta dei veicoli all’interno dello spazio tra linea bianca e il bordo della strada era sempre stato tollerato. La “tolleranza zero” è iniziata nel giugno del 2018. Ad innescarla una presa di posizione ufficiale del procuratore Carlo Mastelloni che, in una lettera inviata a Prefettura e Fvg Strade (ente proprietario della Costiera) richiamava istituzioni e forze dell’ordine alla necessità di porre maggiore attenzione alla sicurezza, evidenziando le responsabilità anche penali dei trasgressori in caso di incidenti. Missiva che l’allora prefetto Annapaola Porzio aveva definito «uno sprone», tanto da ammettere che fino ad allora «c’era stata un po’ troppa bonomia». Da lì la decisione di prendere dei provvedimenti creando degli stalli, ma solo all’altezza di Barcola, tagliando completamente fuori tutta l’area che dalla Tenda Rossa va fino alla Costa dei Barbari.

Eppure nel settembre dello scorso anno il vicesindaco Paolo Polidori aveva lanciato una proposta, complicata e suggestiva al tempo stesso: trasformare la Costiera in strada panoramica. «Il che significa restringere la carreggiata, abbassare il limite di velocità, creare parcheggi e ricavare pure una pista ciclabile. Un’idea che non è affatto tramontata - prosegue Polidori -. Anche se il progetto non ha registrato, almeno per ora, grande entusiasmo da parte della maggioranza».

Il vicesindaco, bacchettando l’Apt (l’azienda di trasporto pubblico di Gorizia) «per non aver promosso una linea dedicata a chi, da Trieste, vuole recarsi in Costiera in estate», ha promesso di rilanciare l’opzione strada turistica: «Magari in accordo con la Regione, affiderò a Fvg Strade l'incarico di redigere un progetto concreto. Anche perché dai dati in mio possesso abbassare il limite di velocità in Costiera significherebbe sostanzialmente allungare di 3-5 minuti il tragitto per chi arriva a Trieste. Un tempo decisamente abbordabile tenendo conto soprattutto dei tanti vantaggi che avremmo nel rendere turistica la strada più bella del mondo». —

R.T.

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