E il prefetto lavora per alleggerire Trieste

«Siamo a ottocento richiedenti asilo. Dobbiamo scendere». Trattative con Muggia, Duino e Sgonico

Non solo Fernetti. Anche il resto del territorio provinciale è coinvolto nel piano di riorganizzazione del sistema dell'accoglienza avviato dalla Prefettura. Il primo obiettivo da mettere a segno tocca proprio Trieste.

«Nel capoluogo, analogamente alla località di Fernetti, puntiamo a una riduzione del numero di richiedenti asilo - evidenzia il prefetto Annapaola Porzio - che attualmente è di circa 800 persone. Dobbiamo cercare di scendere per una ragione di equità e di dovere civico nei confronti della popolazione residente, oltre che rispondere a un preciso accordo tra il ministero dell'Interno e l'Anci nella distribuzione dei migranti. Ma non è facile perché il Paese, come noto, è alla prese con gli arrivi. Noi, in particolare, dobbiamo fronteggiare i flussi dai confini, cioè i migranti che entrano dalla rotta balcanica».

«A Trieste mi sto dando molto da fare in questo periodo - spiega il prefetto - sto visitando vari appartamenti. Ho iniziato da quelli in cui sono stati segnalati episodi di malcontento all'interno dei palazzi, anche se non ho notato situazioni problematiche».

Oltre ai trasferimenti nelle altre regioni del Paese, il Palazzo del governo sta lavorando per sollecitare il coinvolgimento di Muggia, Duino Aurisina e Sgonico. A Muggia in particolare, di fronte alle resistenze dei residenti, con molta probabilità è destinata a naufragare la soluzione della caserma del Lazzaretto. «Penso che lì la prospettiva migliore sia valorizzare l'accoglienza diffusa con il sistema Sprar. Dunque gli appartamenti, più che una grande struttura. La caserma - annuncia Porzio - potrebbe avere altre destinazioni d'uso».

Stesso discorso per Duino: l'edificio finora utilizzato al Villaggio del Pescatore è in vendita e quindi la Prefettura sta studiando un piano b. «Ho parlato con il sindaco del posto - sottolinea la rappresentante di governo - anche lì dobbiamo privilegiare l'accoglienza diffusa. Altrimenti l'alternativa è un edificio demaniale, ma io preferisco non concentrare i richiedenti asilo in un unico posto. Io credo che sia meglio optare per l'utilizzo di più alloggi sul territorio. È più civile, tanto per gli ospiti quanto per la cittadinanza: è una soluzione che consente di facilitare il percorso di accettazione e integrazione con i residenti»".

Sgonico rientra invece in un programma di accoglienza per le famiglie di migranti con bambini ricoverati al Burlo. (g.s.)

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